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Dalla festa per Ranieri al sogno Champions: tutti gli incroci di Roma-Milan

Aveva parlato di curvone e di rettilineo finale, in questo percorso pieno di salite e di buche che non è mai stato libero dagli ostacoli dell’ansia: è così quando devi pedalare a testa bassa cercando di riacchiappare chi ti precede senza farti raggiungere da chi ti insegue. Adesso Claudio Ranieri chiede alla sua Roma l’ultimo regalo, prima di congedarsi dall’Olimpico nella notte della cinquecentesima panchina in Serie A: battere il Milan per tenere vivo il sogno imponderabile, cioè il ribaltone da Champions League, e per consolidare il piazzamento europeo, ancora tutto da meritare.

Lo scenario

Il risultato della finale di Coppa Italia, giocata proprio sotto casa, ha per molti versi complicato la situazione perché ha consegnato un posto di seconda classe al Bologna, che adesso è tranquillo sul volo verso l’Europa League, e costringe viceversa il Milan a tornare a Roma con un solo obiettivo: vincere. Dopo lo scontro diretto dell’andata a San Siro, terminato 1-1, Ranieri sa che non può assolutamente cadere perché una sconfitta consentirebbe l’aggancio ai rivali con conseguente retrocessione in classifica. A oggi, la Roma sarebbe qualificata per la Conference League come sesta. Non il massimo, chiaro, ma sempre meglio di niente, ricordando che pochi mesi fa nessun ambasciatore del calcio le avrebbe rilasciato un visto internazionale. E comunque la (rin)corsa è sempre apertissima: la Lazio è avanti di un punto e in caso di fotofinish sul traguardo sarebbe scavalcata, sempre per la logica degli scontri diretti. Dovendo esibirsi a Milano contro l’Inter che ancora pensa allo scudetto, Baroni potrebbe frenare. Non solo: la stessa Juventus, giustamente indicata come favorita per la volata verso il malloppo Champions, affronta l’Udinese ma poi chiude a Venezia, dove Di Francesco lotterà su ogni zolla. «Non dobbiamo avere rimpianti quando andremo in vacanza» ha tuonato infatti Ranieri, che non esclude alcun capitombolo.

La spinta dell'Olimpico

La rabbia per il rigore di Bergamo, o meglio per l’applicazione controversa del protocollo Var, ha lasciato spazio in questi giorni alla preparazione della partita. Ranieri avrebbe preferito incontrare il Milan sazio ed ebbro per un trionfo in Coppa Italia e ne teme la reazione d’orgoglio. Al tempo stesso però ritiene che la sua squadra possegga gli strumenti per metterlo in difficoltà. I tifosi aiuteranno la Roma: è previsto un altro pienone all’Olimpico, con il settore ospiti chiuso per le intemperanze e le proteste dei milanisti. «La mia soddisfazione è aver riportato entusiasmo nella nostra gente - ha chiarito Ranieri -. Proprio per questo dobbiamo spingere fino alla fine».

La festa per Ranieri

Al fischio finale di Piccinini, comunque vada, partiranno gli omaggi. Ranieri si commuoverà per le celebrazioni a lui dedicate - in tanti andranno allo stadio con la nostra maglietta Grazie Mister -, sperando di poter festeggiare anche qualcosa di bello sotto l’aspetto sportivo. I precedenti in questo senso sono incoraggianti: nel 2017 l’addio struggente di Totti al calcio fu accompagnato da una vittoria-thrilling sul Genoa che valse l’accesso diretto alla Champions; nel 2019 il commiato di De Rossi dalla Roma venne vissuto a margine di un successo sul Parma utile a blindare l’Europa League. Quel giorno di sei anni fa l’allenatore era Ranieri, che mai avrebbe immaginato di ritrovarsi ancora seduto sulla panchina più amata: è lui ora il tecnico più longevo della storia della Serie A, davanti a Nils Liedholm, avendo cominciato quasi 35 anni fa allo stadio Sant’Elia di Cagliari. L’altra città del cuore.

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