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Vlahovic, era meglio con Allegri: un anno da buttare e il destino segnato. La Juventus valuta tre sostituti
E' trascorso un anno esatto, ma sembra passato un secolo di calcio. Il 15 maggio del 2024 Dusan Vlahovic decideva con un suo goal la finale di Coppa Italia vinta dalla Juventus per 1-0 sull'Atalanta all'Olimpico. Per il serbo era il primo titolo vinto con la maglia bianconera, e quella serata avrebbe potuto rappresentare un nuovo inizio. A vederla oggi, dodici mesi dopo, la notte di Roma è stata invece solo l'inizio di una (molto probabile) fine.
ERA ALLEGRI - La serata del successo in Coppa Italia rappresenta uno spartiacque per Vlahovic e per tutta la Juventus, perché il grande protagonista è un altro. Non chi segna il goal, non chi fa l'assist, non chi difende il risultato di fronte ai nerazzurri di Gasperini, che pochi giorni dopo annichiliscono il Bayer Leverkusen nella finale di Europa League. Il protagonista non cercatelo in campo, perché il protagonista di quella sera è Massimiliano Allegri. Dopo tre anni, Max chiude la sua seconda avventura juventina con il botto: getta la giacca, si strappa la camicia, urla verso le tribune ("Dov'è Rocchi?"), fa segno a Giuntoli di allontanarsi dalla squadra al momento della premiazione. Di fronte a tutto questo, e alla successiva rescissione del contratto, tutto il resto scompare, compreso Vlahovic.
Vlahovic, era meglio con Allegri: un anno da buttare e il destino segnato. La Juventus valuta tre sostituti
LA SECONDA OCCASIONE - Ai blocchi di partenza della nuova stagione, Vlahovic arriva dopo un brutto Europeo (zero goal), con due anni di contratto ancora da onorare con la Juventus, con una trattativa per il rinnovo in fase di stallo ormai prolungato, e soprattutto con curiosità per il nuovo progetto bianconero, legato al nome di Thiago Motta. Si dice: finita l'era Allegri, con Vlahovic isolato in attacco e costretto spesso a giocare spalle alla porta, grazie a un tecnico 'giochista' in panchina Dusan può tornare a essere quello ammirato a Firenze, e solo in rarissime occasioni a Torino.
PEGGIO CON MOTTA-TUDOR CHE CON ALLEGRI - Come è andata lo sappiamo: a parte qualche lampo iniziale (su tutti, la serata della doppietta di Lipsia), la stagione di Vlahovic è risultata peggiore delle precedenti in tutto e per tutto: fase realizzativa, partecipazione al gioco, senso di appartenenza. E' stato così con Motta, e l'andazzo è proseguito anche con l'avvento di Igor Tudor in panchina ("Non si è sentito al 100% e non parte", così il tecnico croato alla vigilia di Bologna-Juventus).
Per quanto riguarda i numeri, facendo un raffronto fra le ultime due stagioni: stagione 2023-24 (con Allegri): 38 presenze e 18 goal (di cui 16 in campionato, secondo miglior marcatore dietro a Lautaro Martinez); stagione 2024-25 (con Motta e Tudor): 39 presenze e 14 goal, a due gare dal termine.
FUTURO SCRITTO - Ad oggi, il futuro sembra scritto: a prescindere dal nome del nuovo allenatore, a un anno dalla scadenza del contratto la Juventus proverà a tutti i costi a cedere il classe 2000. In tutto e per tutto, la situazione è simile a quella relativa a Federico Chiesa la scorsa estate. Toccherà a Vlahovic e ai suoi agenti trovare una soluzione che accontenti anche il giocatore (dal punto di vista dell'ingaggio e dell'ambizione sportiva), oppure andare al muro contro muro definitivo col club, con il rischio di trascorrere un anno da separato in casa per poi liberarsi a zero nel 2026.
IL DOPO VLAHOVIC - E le alternative per la Juventus? Il ruolo del centravanti è sicuramente quello sul quale la Juventus dovrà lavorare e investire di più durante la prossima campagna trasferimenti. Con Vlahovic a un anno dalla scadenza, Kolo Muani in prestito secco dal Psg e Milik lungodegente e destinato a un prestito del quale il rinnovo appena fatto è propedeutico, la Juventus dovrà acquistare due punte centrali. Il livello e il valore degli obiettivi dipenderanno molto anche dalla qualificazione dei bianconeri alla prossima Champions League: poi Cristiano Giuntoli potrà ragionare su una rosa di nomi della quale fanno parte Victor Osimhen, Rasmus Hojlund e Lorenzo Lucca, che domenica sera salterà per squalifica il match dell'Allianz fra la sua Udinese e la Juventus.
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