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Borasio, gioiello Juve: da Kinshasa agli Europei, il talento strappato al Torino, "Pogba idolo"

Dal Torino alla Juve: la storia di Borasio

Con la Juventus di Matteo Cioffi, invece, è ormai un pilastro: 22 presenze, 1.685 minuti giocati e un Girone A dominato con 57 punti, che è valso l'accesso diretto ai quarti di finale, dove ci sarà il Cagliari. Ma prima della Juventus c'è un'altra storia. L'Auxilium Monterosa, periferia torinese: un anno e mezzo per orientarsi. Poi il Torino, quattro stagioni a imparare le regole del gioco. Infine la chiamata bianconera. La rivalità sotto la Mole? Per lui è solo crescita. Cinque anni di Juve e un'identità in costruzione, tra la grinta di Sergio Ramos "mi piace da sempre la sua cattiveria agonistica" e la classe di Andrea Pirlo "un professore". Un ragazzo, Benit, che sogna con Paul Pogba "il mio idolo in assoluto" ma che trae ispirazione anche da un altro ex juventino: Zinedine Zidane. "Anche se non l'ho mai visto giocare dal vivo", aggiunge, sapendo di aver perso uno spettacolo irripetibile. La storia di Benit ha qualcosa di profondamente cinematografico. Forse perché a Kinshasa il calcio era un sogno da costruire con poco, con "le poche cose e i pochi amici che avevo", racconta. Poi il trasferimento in Italia, l'inizio vero nel mondo del calcio.

Borasio, all'Europeo per fare la storia

La famiglia che lo ha accolto e cresciuto è tutto per lui. Il papà, Roberto, è un avvocato. La mamma Barbara lavora nell'azienda di famiglia. Una sorella maggiore, Anna. Ogni volta che scende in campo, porta con sé la polvere di Kinshasa, il freddo di Torino, la disciplina della Juventus. Porta con sé l'Africa e l'Europa, il presente e il futuro. E la maglia azzurra, per lui, non è soltanto un bellissimo indumento. È un simbolo. È un destino. La sua storia che ha appena cominciato a scrivere. Il primo capitolo del nuovo viaggio è già segnato: martedì 20 maggio (ore 20.30), allo Stadio 'Niko Dovana' di Durazzo. Esordio nel Gruppo B contro la Repubblica Ceca. I campioni in carica contro il resto d'Europa. Per la prima volta nella storia, per continuare a fare la storia. E chissà, forse un giorno, un altro bambino a Kinshasa rincorrerà un pallone e sognerà di diventare il nuovo Benit Borasio.

Dal centrocampo alla difesa: l'identikit di Borasio

Benit Borasio nasce come mediano di interdizione prima di essere spostato da Cioffi con la Juventus U17 nel ruolo di difensore centrale. Un'intuizione più che mai azzeccata per sfruttare al meglio i suoi punti di forza: fisico dominante, grande resistenza, abilità nei contrasti e supporto costante alle due fasi. Insomma tanta quantità a cui va aggiunta una buona qualità tecnica che gli permette di impostare l’azione dal basso. Da sottolineare anche il buon tiro da fuori che aggiunge un'arma importante al suo bagaglio tecnico. Quando schierato a centrocampo pecca un po' negli inserimenti alle spalle dei difensori, ma per caratteristiche è un calciatore più abile nella fase di non possesso e nel recupero veloce del pallone. Dal suo arrivo in bianconero nel 2020, Borasio sta comunque crescendo in maniera costante, tanto da convincere la Juventus a blindarlo con il primo contratto da professionista, siglato a luglio del 2024 e valido fino al 2027. Un primo grande traguardo a cui vanno aggiunte le convocazioni in Primavera con Magnanelli: la prima in assoluto arriva il 27 novembre 2024 in Youth League, in occasione della trasferta sul campo dell'Aston Villa. La seconda, invece, contro il Monza un mese e mezzo più tardi (31 gennaio 2025). Partite osservate dalla panchina in attesa di esordio che non tarda ad arrivare contro il Verona: 6 minuti per iniziare ad assaporare una squadra ed una categoria in cui sarà presto protagonista. Prima però l'Europeo con l'Italia per continuare a colivare quel sogno partito dalle polverose strade di Kinshasa.

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