calciomercato.com

Chi è Yeremay Hernandez, il talento per cui il Como è disposto a spendere 35 milioni per anticipare la Juventus

login#openModal" data-login-target="loginIcon">

header--main#openSubmenu">

article--comment-modal#scrollTop article--render-comments:show:scroll->article--comment-modal#showScrollTop"> 1. Home

3. Chi è Yeremay Hernandez, il talento per cui il Como è disposto a spendere 35 milioni per anticipa...

Chi è Yeremay Hernandez, il talento per cui il Como è disposto a spendere 35 milioni per anticipare la Juventus

Tra i tanti nomi già accostati alle squadre italiane per il prossimo mercato, il più esotico è certamente quello di Yeremay Hernandez Cubas, numero 10 del Deportivo La Coruña e identificato come primo rinforzo per il prossimo Como che potrebbe bruciare una forte concorrenza, fatta anche di Juventus e Napoli. Idolo del Riazor, quella che sta portando a termine è la stagione della sua esplosione. Nonostante la grande decaduta del calcio spagnolo non stia lottando per le zone alte della classifica – è 12esima, a metà classifica ma da neopromossa – il talentino nato nelle Canarie e consacratosi in Galizia ha attirato su di sé l’attenzione di mezza Europa. D’altronde stiamo parlando di un giocatore elettrico, giovane (ha 22 anni) e con una clausola rescissoria non impossibile: tutte caratteristiche che ne fanno un protagonista certo della prossima sessione di trattative dopo essere stato uno mancato di quella di gennaio quando, nonostante tantissime offerte, decise di restare al Depor. Tra qualche settimana però cambierà tutto.

LA CARRIERA – Yeremay nasce nel 2002 a Las Palmas, dove comincia anche a giocare. A 8 anni, nel 2010, entra nell’Academy della squadra della sua città dopo essersi messo in mostra nei campetti cittadini. Peke– soprannome che però lui stesso ha detto più volte di detestare – è un talento come ne nascono pochi e quindi di lui si accorgono presto in tanti. Nel 2015 lo prende il Real Madrid. Viene scoperto da Sixto Alfonso, osservatore dei madrileni per la zona delle Canarie, talent scout anche di Nico Paz, che lui stesso portò al Real Madrid. Fa la stessa strada dell’attuale giocatore del Como e, a 13 anni, arriva a Valdebebas. Passa dall’Infantil A al Cadete B, a La Fabrica è lui la stella, nessuno dà le stesse sensazioni che dà lui palla al piede. Gioca anche con Theo Zidane ma si sente sminuito, poco valorizzato, vuole confrontarsi già con i migliori. Albert Gil, l’allora direttore della cantera del Deportivo La Coruña, capisce che il ragazzo è scontento, che preferirebbe un progetto più centrato su di lui, che gli permettesse di iniziare subito a giocare coi grandi. Bussa quindi alla sua porta, lo strappa al Real dopo solo due anni di militanza e lo porta in Galizia. Dopo un rapido passaggio nelle giovanili, impreziosito da 17 reti in 32 partite e dalla vittoria del titolo nazionale battendo anche il Barcellona di Gavi, a 16 anni firma già il suo primo contratto da professionista. In questo periodo viene anche allenato da Juan Carlos Valeron, uno che di 10 e di Depor ne sa. Inizia ad affacciarsi timidamente al Deportivo U19 e quindi alla prima squadra. Nel dicembre 2021 bagna l’esordio in prima squadra e in Coppa del Re con goal e assist. È nata una stella.

L’ESPLOSIONE – L’annata 2023/24 è quella in cui entra a tutti gli effetti in prima squadra e inizia a giocare regolarmente per i galiziani. E i risultati arrivano subito: entra in ben 8 goal nelle sue prime 25 partite giocate in terza divisione. Con la promozione e il passaggio in Segunda, il livello delle gare aumenta e anche il suo impatto nelle sorti della squadra. Quest’anno la sua esplosione. Ha messo a segno 14 goal e servito 5 assist in 36 gare. I biancoazzurri hanno raggiunto una tranquilla salvezza e si sono piazzati al dodicesimo posto, a metà classifica. I tifosi vedono in lui l’uomo capace di riportarli finalmente in Liga ma tra loro e questo sogno potrebbe mettersi di traverso il mercato. Il giocatore ha un contratto in essere col club fino al 2030, di recente rinnovato e adeguato dal punto di vista dell'ingaggio e della clausola rescissoria che è passata da 20 milioni a 35. A gennaio il Deportivo è riuscito a resistere alle avances, in estate sarà molto più complicato.

CHI È E COME GIOCA – Yeremay Hernandez viene da El Polvorín, barrio noto per non essere uno dei più ospitali della città canaria. La sua è stata un’infanzia complicata con diverse vicissitudini per la sua famiglia composta da lui e altri sei fratelli. Nato nelle stesse terre di Pedri, i due non si sono mai trovati a giocare insieme ma, una volta, si sono affrontati. Si trattava di una partita di un campionato territoriale riservato agli under 16: Yeremay da un lato, per la selezione della Galizia, Pedri dall’altro per quella delle Canarie. Vinse la prima ma tutti gli occhi si posarono su quello che sarebbe diventato poi il pilastro del Barcellona. È rapido, ha un fisico tutt’altro che statuario – è alto 169 cm – e che un po’ cozza con le caratteristiche dei giocatori attuali, dominanti dal punto di vista fisico, veri e propri colossi che combattono in mezzo al campo. Yeremay invece è sgusciante, tecnico, figlio di un calcio ormai quasi passato di moda come quello che si gioca per le strade della città, quello che aguzza tecnica e furbizia. Dribblatore nato e dagli alti volumi, per lunga parte della stagione ha fatto notizia per essere in cima a questa speciale classifica, mettendosi dietro anche specialisti di questo fondamentale come Yamal, Mbappé e Vinicius. Ha una media di 5 dribbling riusciti a partita e una venerazione da sempre per Isco. Di lui un’altra leggenda del club come Djalminha dice: “È un giocatore diverso dagli altri, uno che non ha paura di niente, verticale... mi piace molto". Al Depor ne parlano come di un giocatore speciale, determinante, capace di saltare l’uomo e creare superiorità numerica.

MERCATO – Prima di tante altre, su di lui ci era arrivato il Parma che lo aveva già attenzionato qualche anno fa quando, promosso in Serie A, cercava rinforzi buoni per il massimo campionato. Oggi la lista è infinita. Sulle sue tracce ci sono Villarreal e Real Sociedad in patria, Brighton e Borussia Dortmund, Newcastle e Chelsea che, soprattutto a gennaio, aveva provato a prenderlo e girarlo in prestito allo Strasburgo, missione fallita. Piaceva ad Atalanta e Milan e piace ancora al Napoli che lo aveva messo nella lunga lista dei sostituti di Kvaratskhelia, una lista che di certo non hanno buttato a Castelvolturno e che potrebbe tornare utile in estate. A gennaio ci aveva provato concretamente poi il Como che spesso e bene ha pescato in Spagna. Il giocatore piace molto a Fabregas ma piace anche alla Juventus. I bianconeri non avranno più in rosa Francisco Conceicao che un po’ lo ricorda e vorrebbero fare questo switch tutto in salsa iberica. A differenza del portoghese che dribbla tanto come lui, Peke vede più la porta, calcia di più e ha un gioco più diretto che non si perde in tanti tocchi, che gira meno al largo. Come riportato da Sky Sport, al momento, la squadra che più lo sta corteggiando è propria quella lariana. Per convincere Cesc a restare infatti la società gli avrebbe promesso di voler esercitare la clausola e, pagando i 35 milioni, farne il fiore all'occhiello della prossima campagna estiva.

FUTURO – Quando a gennaio era stato per qualche settimana al centro delle trattative, Yeremay aveva fatto intendere che avrebbe potuto lasciare La Coruña solo per fare un salto di qualità. Poi, a poche ore dal gong finale, club e giocatore avevano diffuso un comunicato nel quale esponevano la loro decisione di restare insieme. “Nonostante tutte le offerte ricevute dal calciatore durante il mercato in corso, la nostra volontà è quella di continuare a lavorare insieme per continuare la nostra crescita reciproca. Questo è un gesto che rafforza l'impegno reciproco nel progetto a lungo termine del Club”, si leggeva. Erano state settimane complicate per il giocatore sballottolato dai rumours a destra e a manca. "Ho cercato di prenderla nel miglior modo possibile. È stata una novità per me. Alla fine sono un bambino, ho 22 anni. Molte volte non vuoi guardare a queste cose ma ti arrivano da tutte le parti. La cosa positiva è che ho chiesto aiuto e mi hanno aiutato. Ora sto molto meglio, più calmo e concentrato al 100% sul Deportivo. Devo ringraziare lo psicologo della squadra. C'è stato un momento in cui non mi sentivo me stesso, non solo nel calcio, ma anche fuori. Non stavo bene. Ho 22 anni e molte volte ci facciamo venire strane idee in testa... ", aveva confessato a bocce ferme. Una dichiarazione d’amore per se stesso e per la propria squadra. Sei mesi dopo però la situazione è destinata a riproporsi con cifre ritoccate in alto e trattative ancora più serrate. E stavolta la sensazione è che, dopo 7 anni a La Coruña nei quali è cresciuto come giocatore e soprattutto come uomo, passando da giovane di belle speranze a professionista affermato, questa estate sia quella del grande salto.

Altre Notizie

Read full news in source page