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Conte e quei messaggi "da lontano" alla Juventus: era già tutto scritto?
items-center text-gray2 flex text-sm gap-1.5"> Benedetta Panzeri
3 minuti fa
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Ed eccoci di nuovo qui a discutere di Antonio Conte e della Juventus. Stavolta, però, non si tratta soltanto di una suggestione affascinante, come avvenuto in passato. A differenza di tutte le altre occasioni in cui si è ipotizzato un ritorno dell’allenatore a Torino, oggi c’è una differenza sostanziale: il club bianconero non esclude più l’eventualità. Quanto al tecnico salentino, passano gli anni, ma quello sguardo particolare rivolto alla Vecchia Signora resta immutato. Se fosse dipeso da lui, probabilmente il ritorno si sarebbe già concretizzato da tempo.
Nel frattempo, tra Conte e il Napoli, le avvisaglie di distacco diventano sempre più evidenti e pubbliche. Se ci sarà una rottura definitiva o una ricomposizione – ipotesi oggi tutt'altro che semplice – lo si scoprirà soltanto dopo Napoli-Cagliari. Non ci saranno più scuse per rimandare il confronto tanto atteso tra il tecnico e Aurelio De Laurentiis. La Juventus, nel frattempo, osserva la situazione con attenzione, in attesa di capire se e quando Conte potrà liberarsi dal Napoli. Per il momento, deve “accontentarsi” dei segnali lanciati dall’allenatore nelle ultime settimane, e anche prima.
Negli ultimi tempi si sono moltiplicate le dichiarazioni “pungenti” – se non apertamente critiche – riguardo al club partenopeo e all’esperienza che sta vivendo. Le ultime, solo poche ore fa dopo il pareggio di Parma: "Sono andato oltre. Sono molto stanco, arrivo giusto giusto alla fine di questo campionato". Conte ammette di essere "sfinito", e magari tornare a "casa" sarebbe il modo ideale per ricaricare le batterie, no?
Un mese fa era stato ancora più chiaro parlando dell’esperienza a Napoli: "In questi otto mesi ho capito che tante cose qui non si possono fare". Ambizione? Risorse? Mentalità? Probabilmente si riferiva ad alcune dinamiche, dentro e fuori dal campo, che a suo dire hanno influenzato negativamente la seconda parte di stagione. La Juventus, pur cambiata rispetto a quella che lasciò, Conte la conosce in profondità; è consapevole di ogni sfaccettatura dell’ambiente e, prima ancora di rientrare, saprebbe già cosa aspettarsi e cosa evitare. Niente sorprese spiacevoli.
Conte non si è lamentato solo degli aspetti legati al gioco, ma anche delle infrastrutture, argomento su cui ha insistito fin dall’inizio della sua avventura a Napoli: "I campi di Castel Volturno andrebbero rifatti ma sono sempre quelli di prima. Ne prendiamo atto, restiamo zitti e continuiamo a lavorare. Se magari rifacessero i campi saremmo più contenti”. Una problematica che non si porrebbe alla Juventus, considerando gli investimenti compiuti dal club negli ultimi anni.
Tornando all’estate scorsa, appena giunto a Napoli, durante la preparazione estiva, Conte evitò di unirsi al coro dei tifosi con il classico “chi non salta juventino è”. "Non chiedetemi cose che non farò", disse poi. Era solo rispetto verso una vecchia squadra o qualcosa di più? Per Conte, la Juve non sarà mai un club qualunque. E quel gesto fu solo l’ennesima conferma.
Nel novembre 2024, quando era ancora senza panchina, Conte si espresse così su un possibile ritorno a Torino: "I matrimoni si fanno in due, puoi sempre sognare e sperare di sposarti un’altra volta". Parole che difficilmente potevano essere più esplicite. Era un segnale forte alla società bianconera, che però pochi mesi dopo decise di puntare su Thiago Motta.
E a proposito di ricordi e ritorni, nel 2023, in un’intervista a Rai 2, Conte rivelò quale fosse stata la scelta più dolorosa della sua carriera da allenatore: "Addii? Quello di cui mi sono più pentito è quello alla Juventus dopo tre anni. Quando anche per le piccole cose vedi grandi problemi...". I tentativi di riavvicinamento da parte del tecnico affondano le radici nel tempo. E se la Juventus non ha ancora fatto il primo passo verso di lui, di certo non si sta tirando indietro. Rimane ferma, sì, ma con lo sguardo rivolto al passato.
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