L’appuntamento finale, probabilmente a Casa Milan, ci sarà all’inizio della prossima settimana, quando Igli Tare e il Milan si stringeranno la mano e metteranno le firme sul contratto da tre anni (con uno stipendio di partenza da 800 mila euro) che legherà il direttore sportivo albanese al club rossonero. Già nel 2019 il nome di Tare era entrato nelle dinamiche dirigenziali milaniste, quando Paolo Maldini lo aveva individuato, al pari di Ricky Massara, come un profilo idoneo per affiancarlo. Poi la scelta cadde sull’ex Roma. Adesso Tare è finalmente pronto ad entrare nel mondo rossonero dalla porta principale e sarà chiamato a dover dirimere diversi temi caldi che ci sono sui vari tavoli. Innanzitutto c'è la questione nuovo allenatore che prenderà il posto di Sergio Conceiçao.
Sarri si allontana, Motta e Allegri in lizza
In calo le quotazioni di Sarri per il rapporto con Tare, Italiano rimane la prima scelta, però la sensazione, dopo il primo incontro di ieri con la società, è che rimarrà a Bologna. Così sono in lizza Allegri (che però si è promesso al Napoli in caso di addio di Conte) e Thiago Motta, nome che però andava di moda dodici mesi fa e che ora, dopo l'esperienza negativa alla Juventus, verrebbe probabilmente digerito male da una piazza già in fermento. Sempre che non spunti qualche outsider straniero come Xavi. Il ds albanese dovrà occuparsi poi della ricostruzione dell’ambiente interno allo spogliatoio. Molti dei suoi ex giocatori hanno parlato molto bene delle doti di Tare come gestore del gruppo, capace di diventare in breve tempo una figura empatica e diretta con i calciatori delle sue squadre. E questo al Milan serve come il pane, poiché da tempo – al netto del lavoro di Moncada e Ibrahimovic – alla squadra serve un riferimento costante e quotidiano a Milanello, una figura alla quale potersi rivolgere nei momenti del bisogno, pronto a dare risposte e prendere decisioni credibili.
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