La preoccupazione di Carnevali
Preoccupato per un sistema che, secondo lui, dovrebbe rivedere alcune cose: "Le squadre che retrocedono dalla A alla B si ritrovano in un mondo completamente diverso. La maggior parte possono rischiare anche di fallire, credo che oggi la cosa più importante sia avere una proprietà forte e che ti sostiene. Il paracadute è un elemento comunque fondamentale". Secondo Carnevali si dovrebbe definire "il compenso Serie A e Serie B, credo che dovrebbe esserci questo obbligo, c'è già un parametro ben preciso nel momento in cui tu dalla A retrocedi in B e dal momento in cui tu dalla B risali in A, ma ci dovrebbe essere un obbligo". Tante belle parole per la famiglia Squinzi e un retroscena di qualche anno fa: "C'è stata l'opportunità di cambiare club, ma è capitato in un momento in cui il dottor Squinzi non stava bene, per cui non mi sono assolutamente sentito di poter fare altre scelte, penso che nella vita ci debba essere anche un po' di riconoscenza".
"Rivedere i format"
Il Sassuolo ha fatto grandi cose anche in serie A, una piccola grande realtà che si è tolta grandi soddisfazioni. "Credo che il calcio italiano sia bello se viene vissuto come un mix di squadre, le grandi, le medie, ma anche le piccole, perché a livello anche territoriale è qualcosa di valido. E' il bello del calcio, è normale che si stia andando sempre più verso un calcio business. Credo che si giochi troppo, perché è sempre visto per portare a casa più denaro e questo può anche creare dei problemi". Da anni si parla della riforma dei campionati, Carnevali condivide ma allarga il discorso coinvolgendo tutte le serie. "Credo che non debba essere rivista soltanto la A, ma anche la B, la C e così via. Non penso che tra le 20 e le 18 squadre possa cambiare chissà quanto, dovrebbe essere rivisto tutto il comparto", dice Carnevali.
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