**Arianna Ravelli**, firma di calibro de _**La Gazzetta dello Sport**_, si è così espressa sulla Rosea commentando la situazione del Milan: _"Un anno fa, all'incirca di questi tempi, il Milan si trovava a guardare la Juventus con un filo di invidia, perché l'allenatore à la page della scorsa primavera-estate, Thiago Motta, era già sulla via di Torino. La società rossonera che cercava un profilo di quel genere (allenatore emergente con fame, idee e voglia di vincere) scartando - così motivava la dirigenza - i tecnici di primissima fascia che erano inarrivabili o i big a forte rischio di collisione con la linea societaria (leggi Antonio Conte) si era dunque indirizzata verso il rischio Fonseca. Un anno dopo siamo qui a spuntare il lungo elenco degli errori._
_Anche Fonseca ha fallito e il suo sostituto Conceiçao aspetta solo il comunicato che sancisca l'addio del Milan, che invece è riuscito a concludere la stagione senza un posto in Europa, cioè dove i rossoneri dovrebbero sempre stare. Forse si può discutere sulla composizione della rosa e sulla personalità di molti uomini-chiave, ma è pacifico che i giocatori del Milan valgano di più dell'ottavo posto finale (qui il saldo del mercato si è chiuso a -70 milioni). L'anno prima aveva chiuso al secondo. Il peccato originale, dunque, è stata la scelta in panchina. Ed è da qui che si deve ripartire. Perché il tema è che - quando si deve avviare una ricostruzione - è tutto maledettamente difficile: le vecchie volpi del calcio dicono che vince chi sbaglia meno sul mercato ma, quando devi ricostruire, sul mercato devi muoverti molto, e quindi i margini di errore sono maggiori. Ecco perché la differenza tra Juventus e Milan oggi non è soltanto nel posto in Europa (che conta eccome), ma anche nelle idee che sembrano guidare le due società"._