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Platini: "Conte figura importante, se tornasse alla Juventus sarebbe bello. Io presidente? Nessuna chiamata, ma che onore"
Michel Platini, a poche settimane dalla sentenza della Corte d’appello straordinaria del Tribunale penale federale che lo ha assolto dalle accuse che nel 2015 gli avevano impedito di candidarsi alla guida del calcio globale, ha parlato a Tuttosport, premettendo che per quel che riguarda la politica del pallone il capitolo è da considerarsi chiuso. Diverso, invece, il discorso su un eventuale ruolo dirigenziale nella sua Juventus, della quale è una vera e propria leggenda:
"Non ho ricevuto alcuna chiamata dalla società, quindi per il momento non ci penso. Mi sono accorto che persino il nuovo papa è più giovane di me… L’Avvocato in passato mi aveva già chiesto di rimanere in società per collaborare con lui, ma dissi di no perché volevo tornare a casa mia, in Francia. Poi la vita mi ha portato altrove con le esperienze prima da ct e poi come presidente Uefa. Non so cosa accadrà in futuro, di certo mi onora che dopo 40 anni il popolo bianconero pensi ancora a me".
JUVE DI QUEST'ANNO - "L'ho seguita poco, guardo più che altro i risultati delle gare di Serie A. Non essendo più il presidente Uefa, mi interesso un po’ meno di ciò che accade nel resto d’Europa. Sono felice che la Juve sia riuscita a centrare il quarto posto. Del resto, Trapattoni diceva sempre che “se non puoi avere la meglio sull’avversario, l’importante è non perdere”. Ed è quello che hanno fatto i bianconeri: non hanno vinto, ma si sono regalati l’accesso alla Champions League. Un traguardo significativo per le esigenze finanziare del club".
PER TORNARE GRANDI... - «Non saprei. A miei tempi, lo stile Juve era incarnato dall’avvocato Agnelli. Un personaggio fantastico, abituato a vincere con classe. Oggi non so quali siano i valori predominanti… La Juve è stata al vertice d’Italia e dell’Europa per tanti anni, ma nel calcio esistono i cicli, non si può vincere sempre… Se la squadra di Tudor ha chiuso al quarto posto è perché si è meritata questo piazzamento. Oggi tornare competitivi ai massimi livelli è più complesso: la legge Bosman ha fatto sì che i club più ricchi possano continuare a vincere in eterno dal momento che possono comprare tutti i giocatori che vogliono…".
CONTE - "Antonio rimane una figura importante nell’immaginario bianconero: se tornasse a Torino sarebbe bello, visto quello che è riuscito a fare a Napoli. Ma non voglio immischiarmi mettendo bocca sui piani della società. Ora c’è Tudor, un buonissimo tecnico. In ogni caso, penso che a scrivere la storia dei club non siano gli allenatori, ma i giocatori. Per tornare a vincere la Juve deve poter contare su profili forti".
MONDIALE PER CLUB - "Questa coppa esiste da 50 anni. All’inizio prevedeva che ad affrontarsi fossero solo le migliori squadre sudamericane contro quelle europee. Poi l’abbiamo rivisitata, coinvolgendo le big del resto delle confederazioni. La Fifa ha preferito convertirlo in un torneo estivo e remunerativo. Da ex calciatore, ritengo che per gli atleti rinunciare alle ferie per disputare un’altra competizione non sia proprio il massimo. I club, di certo, sono contenti perché possono uscirne più arricchiti. Ma dal punto di vista prettamente sportivo, non ha alcuna rilevanza come torneo… Ma non c’è da sorprendersi: la politica che sta dietro al calcio (Fifa, Uefa, Figc) pensa solo a fare quanti più soldi possibile…".
PSG-INTER - "A essere sincero, non ho seguito molto i nerazzurri negli ultimi anni, quindi mi verrebbe difficile esprimere un giudizio. Conosco bene il Psg: da quando c’è Luis Enrique hanno incominciato a esprimere un bel gioco. È piacevole vederli in campo. Le finali sono gare secche, può succedere di tutto. Di certo, farò il tifo per i parigini".
VAR - "Penso che l’impiego della tecnologia non abbia disinnescato le polemiche: c’erano prima e ci sono tuttora. Il Var non ha risolto i problemi, li ha semplicemente spostati. Per come la vedo io, la soluzione più logica sarebbe quella di impiegarlo esclusivamente sulle linee di campo: dunque per il fuorigioco e i falli in area di rigore… Per il resto, lascerei spazio all’interpretazione dell’arbitro".
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