Antonio Conte potrebbe essere soltanto un pezzo, per quanto importante, della rivoluzione che la Juventus sta pianificando al suo interno. Una rivoluzione profonda che prescinderà dall'aver strappato all'ultima giornata di campionato e negli ultimi 15' del match col Venezia la qualificazione alla prossima Champions League. Anzi, tra i motivi di analisi della stagione che andrà in archivio solamente a luglio col Mondiale per club potrebbe pesare proprio il fatto di aver rischiato fino in fondo di fallire l'obiettivo minimo e indispensabile per programmare il futuro.
Le indiscrezioni delle ultime ore sul possibile ingresso nell'assetto societario di Damien Comolli, già dirigente del Tottenham e poi presidente del Tolosa, sono segnali sulle riflessioni che la proprietà del club bianconero – nella persona del presidente di Exor John Elkann – sta facendo anche sull'operato di Cristiano Giuntoli. L'Head of Football ha ricevuto una grande responsabilità la scorsa estate, potendo ripartire da un allenatore che aveva scelto personalmente come Thiago Motta ed impostando una campagna acquisti molto dispendiosa e rischiosa, rinunciando a pedine importanti nello spogliatoio come Danilo, Alex Sandro e Rabiot e sacrificando giovani talenti come Huijsen e Soulé che altrove hanno brillato.
Fallire la qualificazione alla Champions League dopo un passivo nel saldo di mercato superiore ai 100 milioni di euro sarebbe stato un flop imperdonabile agli occhi degli azionisti della Juventus, ma l'andamento molto irregolare della stagione – con clamorosi passaggi a vuoto come l'eliminazione ai playoff di Champions League per mano del PSV Eindhoven, quella per mano dell'Empoli nei quarti di finale di Coppa Italia e diversi risultati insoddisfacenti contro le piccole in campionato – e il rendimento decisamente al di sotto delle aspettative di tanti acquisti estivi sono gli elementi che non giocano a favore dell'operato di Giuntoli.
L'ex dirigente del Napoli ha un contratto con la Juventus fino a giugno 2028 e ha ricevuto la responsabilità di costruire un nuovo progetto tecnico a lunga scadenza. Tra parte fissa e bonus, il suo attuale ingaggio si aggira intorno ai 3 milioni di euro, a conferma dell'enorme fiducia riposta da Elkann nelle sue capacità. Eppure nel calcio le cose possono cambiare in fretta e nelle prime due stagioni in bianconero – la prima contraddistinta dal rapporto tutt'altro che idilliaco con l'ex tecnico Massimiliano Allegri, la seconda con diversi punti oscuri, su tutti il fallimento della scommessa Thiago Motta – i risultati non sono stati del tutto aderenti alle aspettative. L'imminente ingresso dell'ex capitano Giorgio Chiellini nell'area sportiva, con un ruolo molto più operativo e vicino alla squadra, è un altro indizio che qualcosa possa cambiare e che tutto sia oggetto di discussione. In attesa di novità sul fronte Antonio Conte, le prossime settimane potrebbero portare ad ulteriori scossoni in casa Juventus.
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