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Juventus, Conte nelle mani di Elkann: ecco come lo stallo nella rivoluzione della dirigenza è un assist al Napoli
La Juventus ha sotto contratto due allenatori e ne cerca un terzo per la prossima stagione. Intanto, la proprietà ragiona su un possibile nuovo assetto dell'organigramma societario. In estrema sintesi, è questa la situazione in casa bianconera, tre giorni dopo la fine del campionato e a 22 giorni dall'esordio al Mondiale per club (19 giugno contro l'Al-Ain).
MOTTA E TUDOR - Ma andiamo per gradi, partendo dall'allenatore. In questo momento la Juventus ha a libro paga Thiago Motta, esonerato il 23 marzo e ancora sotto contratto fino al 30 giugno del 2027. Il club bianconero spera che il tecnico italo-brasiliano riesca a trovare una nuova squadra, per poi risolvere definitamente con la Juventus, liberandola dal suo ingaggio. E poi c'è Igor Tudor, che con la conquista della qualificazione alla prossima Champions League si è guadagnato il rinnovo automatico fino al 30 giugno del 2026. Dell'accordo fa parte anche la panchina durante il Mondiale per club, competizione nella quale il croato guiderà i bianconeri, nonostante lo sfogo di domenica sera ("Se non ho certezza di restare non ci vado") poi rintuzzato dal suo agente, Antony Seric ("Allenerà la Juventus anche al Mondiale per club").
L'IDEA CONTE - Per la prossima stagione, la Juventus cerca comunque un nuovo allenatore: la scommessa Motta brucia ancora, e l'idea della proprietà e della dirigenza è quella di andare sul sicuro, affidandosi a un profilo esperto e vincente, tenendo Tudor come ultima soluzione nel caso non venissero raggiunti altri obiettivi. In questa direzione, i nomi sono soprattutto due: Antonio Conte e Roberto Mancini. Il secondo è già stato sondato a marzo, quando non accettò di legare il suo lavoro alla qualificazione alla Champions League. Conte invece è il grande obiettivo di oggi: 10 anni dopo il traumatico addio dell'estate del 2014, il tecnico salentino è stato perdonato dalla proprietà, che questa volta è pronta a riaccoglierlo.
IL RILANCIO DEL NAPOLI - Fra la Juventus (intesa soprattutto come proprietà) e Conte i contatti vanno avanti da qualche settimana. A far da base alla trattativa, alcune condizioni, da ambo le parti, condizioni che nei giorni scorsi vi avevamo riferito (LEGGI QUI: La Juventus e Conte, le condizioni per il ritorno: cosa chiede il club, cosa chiede il tecnico).
Le ultime 48 ore però sembrano aver raffreddato la pista, sulla base soprattutto di due fattori: da una parte, l'imponente rilancio effettuato sia dal presidente del Napoli campione d'Italia, Aurelio De Laurentiis (l'arrivo quasi ufficiale di Kevin De Bruyne, l'idea concreta Jonathan David e non solo, LEGGI QUI), sia da parte del calore della piazza partenopea. Dall'altra, invece, ci si è messa l'impasse nella quale si trova ora la Juventus dal punto di vista del restyling societario, uno stallo che ha messo in allarme Conte.
DIRIGENZA JUVE: SI CAMBIA, MA CONTE HA TEMPO PER ASPETTARE? - E qui arriviamo quindi a parlare dell'aspetto societario della vicenda, che tanto incide anche sul nome e sul profilo del nuovo allenatore. Fra le richieste di Conte, come abbiamo visto, c'è anche quella di lavorare insieme a dirigenti di cui si fida ciecamente, e con un organigramma ben definito e oliato in ogni meccanismo. E questa è una situazione che al momento, alla Juventus, è ancora lontana dal verificarsi.
Innanzi tutto John Elkann ha aperto una riflessione sull'operato del capo dell'area sportiva, Cristiano Giuntoli: sotto osservazione, oltre al fallimento del progetto Motta, la conduzione del mercato dal 2023 ad oggi, che ha visto il fallimento di giocatori pagati a caro prezzo (Koopmeiners, Douglas Luiz, Nico Gonzalez) e l'esplosione, ma da altre parti, di giocatori ceduti forse a cuore troppo leggero (Huijsen, Kean, Nicolussi-Caviglia solo per citare i casi più eclatanti).
Nell'idea della proprietà, sta maturando la promozione di Giorgio Chiellini in un ruolo più centrale e di peso, e l'inserimento di altre figure con background calcistico: si parla di Damien Comolli, presidente del Tolosa con esperienze importanti come talent scout e ds; e di Matteo Tognozzi, reduce dall’esperienza da ds a Granada ed ex capo scout alla Juventus. Passata la burrasca degli anni caratterizzati dal caso plusvalenze e dall'esclusione dalle coppe, alla Juventus sta per finire l'era del governo tecnico e sta per tornare quella del governo (politico)calcistico. In questo contesto, il grande punto interrogativo è proprio quello legato al destino di Giuntoli. E per Conte, in queste ore combattuto fra la mente che gli suggerisce di restare a Napoli e il cuore che sente il richiamo bianconero, c'è da credere che la presenza o meno di Giuntoli faccia una grande differenza per spingere la sua scelta in una direzione piuttosto che nell'altra.
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