Una comunità compatta, unita nel ricordo delle 39 vittime **dell’Heysel**. La presentazione di “Verso Altrove”, installazione artistica ideata da **Luca Vitone** e curata dal compianto **Luca Beatrice**, è stato il momento della commemorazione per i 40 anni della tragedia dell’Heysel. Un appuntamento che ha coinvolto la società bianconera, le istituzioni e anche il Liverpool, l’avversaria dei bianconeri nella finale di Coppa Campioni del 29 maggio 1985, appuntamento che si trasformò in una delle pagine più tragiche della storia dello sport. Presenti i vertici della **Juventus**, dall’amministratore delegato di Exor, John Elkann, al presidente Gianluca Ferrero fino a Giorgio Chiellini, ma anche una nutrita delegazione del Liverpool: il Ceo Billy Hogan e l'ambasciatore Ian Rush, ex di entrambe le squadre.
Il ricordo delle 39 vittime
Entrando nel **Set Scalo Eventi della Continassa**, a pochi passi dal quartier generale della Juventus e dall’Allianz Stadium, si potevano incrociare immediatamente le corone di fiori depositate per commemorare i 40 anni della tragedia: corone deposte dalla Juventus, dalla Prima Squadra, dal Liverpool Fc, dalla Regione Piemonte, dal Comune di Torino, dal Comitato Heysel, dalla città di Bruxelles. Perché il ricordo di quella giornata maledetta non è soltanto un modo scelto dalla Juventus per “non dimenticare”, come spiegato dal presidente Gianluca Ferrero nel suo discorso di saluto, ma anche una missione comune del mondo dello sport, delle istituzioni, rappresentate dal presidente della Regione Alberto Cirio e dal sindaco di Torino Stefano Lo Russo, dei tifosi, degli appassionati.
L’opera “Verso Altrove”
“Un tema caldo e scottante della storia della Juventus”. Con queste parole pronunciate dal compianto Luca Beatrice, che si è occupato della curatela dell’opera, estrapolate dal video trasmesso durante la presentazione, emerge tutta la forza dirompente di una tragedia che ha segnato inevitabilmente la storia delle famiglie e di un club come quello bianconero. Ecco perché non bisogna dimenticare mai. L’opera si sviluppa in orizzontale, una spirale percorribile che si interrompe lasciando la visione dell’orizzonte: “Un’opera percorribile, posizionabile vicino allo Stadio, che permetterà ai visitatori di salire e di guardare altrove – è stato il pensiero fondante di Luca Beatrice -. L’inizio di una spirale, un movimento e un percorso spirituale, di riflessione sul nostro cammino. Quasi sempre l’espressione è verticale, l’eroe è sempre posto in cima: quando si parla di memoria, bisogna mettersi in orizzontale. Il silenzio. La sosta”