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Juventus, rebus panchina: Tudor c'è, ma il casting continua. Pioli, Silva e l'idea di Comolli

La Juventus si trova al centro di un autentico intrigo per la panchina, con un susseguirsi di “no” che hanno scosso la Continassa. Dopo il rifiuto di Antonio Conte, che ha preferito legarsi definitivamente al Napoli, e il dietrofront di Gian Piero Gasperini, ormai promesso alla Roma, i bianconeri sono costretti a ripartire dalle fondamenta per individuare l’uomo giusto a cui affidare la rinascita sportiva.

Il nuovo direttore generale, Damien Comolli, si muove con cautela e decisione. Già operativo in attesa dell’ufficialità dopo le dimissioni dal Tolosa, Comolli ha partecipato insieme a Giorgio Chiellini e John Elkann al vertice di Monaco di Baviera, dove questa sera si svolgerà la finale di Champions League, in quello che può essere considerato un summit cruciale per le strategie future. In ballo non c’è solo la scelta del nuovo tecnico: la rivoluzione ai vertici, iniziata con l’addio di Cristiano Giuntoli e dei suoi uomini fidati, dovrà portare alla definizione di un assetto dirigenziale moderno e ambizioso.

La Juventus torna a valutare l’opzione Stefano Pioli. L’allenatore emiliano, reduce dall’esperienza in Arabia Saudita con l’Al-Nassr, è stato già contattato indirettamente e, come riferisce La Gazzetta dello Sport, alla Continassa è apprezzato per la sua capacità di plasmare squadre giovani e per la sua conoscenza dell’ambiente bianconero, dove giocò negli anni ’80 accanto a leggende come Michel Platini. Pioli, già protagonista del ritorno al tricolore con il Milan nel 2022, vede la Juventus come un’opportunità stimolante: un club che conosce e che lo affascina, qualora la società decidesse di accelerare per il suo ingaggio.

Ma la candidatura di Pioli, come precisa Tuttosport, dipende anche dagli incastri dirigenziali: in caso di arrivo di Frederic Massara come direttore sportivo, il suo nome tornerebbe fortemente di moda, forte di un rapporto consolidato sin dai tempi del Milan. Sullo sfondo, restano vive altre suggestioni come Roberto Mancini e Marco Silva, con quest’ultimo sondato di recente e in crescita dopo l’undicesimo posto in Premier League con il Fulham. Il Corriere dello Sport rivela che, tra le altre, spunta la candidatura di Bruno Genesio, tecnico del Lilla, avversario della Juve a novembre in Champions, figura carismatica e abituata a lavorare con giovani e algoritmi e che si ispira a Pep Guardiola. Un tecnico che Comolli conosce bene e su cui potrebbe scommettere nella sua nuova avventura bianconera.

Eppure, la Juventus non dimentica Igor Tudor. Il tecnico croato, subentrato in corsa e capace di riportare i bianconeri in Champions, dovrebbe restare almeno fino al Mondiale per Club di metà giugno-luglio, come previsto dal contratto. Tudor ha guadagnato consensi alla Continassa e la sua permanenza, seppur temporanea, garantisce continuità in un momento di transizione.

Così la Juventus, scottata dai “no” pesanti di Conte e Gasperini e impegnata a rinnovarsi nelle stanze dei bottoni, si affida per ora a Tudor, ma non smette di sondare il terreno per il futuro. Nei prossimi giorni, la dirigenza dovrà sciogliere il nodo e decidere se puntare su Pioli, un profilo di esperienza e competenza, o se puntare su un nome nuovo, in grado di incarnare l’ambizione e la voglia di riscatto di un club che non può più permettersi errori.

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