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Juventus-Giuntoli è addio: da Allegri ai conti, da Thiago Motta al mercato, tutte le tappe di un rapporto complicato

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Juventus-Giuntoli è addio: da Allegri ai conti, da Thiago Motta al mercato, tutte le tappe di un rapporto complicato

Neanche due anni dopo il suo arrivo a Torino, la Juventus e Cristiano Giuntoli hanno deciso di dirsi addio. Il direttore dell'area sport e plenipotenziario bianconero ha pagato i tanti errori fatti in queste due annate, in cui la società ha fatto parlare a lungo di sé, e soprattutto un rapporto diventato di giorno in giorno più complicato con la proprietà e con John Elkann che, non a caso, ha preso la situazione in pugno in prima persona scegliendo di risolvere con 3 anni di anticipo il contratto dell'ex-Napoli.

DUE ANNI DI SCELTE E DI TAPPE - Due anni di scelte discusse e discutibili, due anni di confronti divisivi con allenatori, spogliatoio, e anche proprietà, seguendo due stelle polari difficili da conciliare come la salvaguardia e messa in sicurezza dei conti, e come la competitività sportiva. Il bilancio dice due qualificazioni sofferte alla Champions League, ma anche moltissimi casi esplosi e deflagrati sotto la sua gestione. L'ENTUSIASMO DELL'ESORDIO - Giuntoli arriva alla Juventus ufficialmente il 7 luglio 2023 dopo una lunga trattativa con Aurelio De Laurentiis per la rescissione del suo contratto (aveva ancora un anno di accordo) con il Napoli. A Torino arriva con grande entusiasmo, firma per 5 anni, svela la sua Juventinità fin da bambino scatenando anche la reazione del suo ex-presidente a Napoli e prende ufficialmente possesso totale del progetto sportivo che cade tutto fin da subito sulle sue spalle.

UN PRIMO MERCATO QUASI NULLO - Il primo anno il mercato di fatto non c'è. Arriva a Torino soltanto Weah a giugno e a gennaio, con la squadra di Massimiliano Allegri in lotta per lo scudetto contro l'Inter, arrivano i primi flop con l'acquisto di Tiago Djalo e con il prestito di Carlos Alcaraz che scatenano l'ira interna dell'allenatore.

LA ROTTURA CON ALLEGRI - È lì che parte e si concretizza la rottura fra Giuntoli e Allegri il primo elemento di grande frizione anche con la proprietà. Il dirigente già a febbraio si siede a trattare con Thiago Motta per sostituire l'allenatore livornese a fine stagione a prescindere dai risultati. La voce si sparge anche nello spogliatoio, l'ira di Allegri è crescente e si concretizza dopo la vittoria della finale di Coppa Italia, a qualificazione Champion già ottenuta, quando, dopo il fischio finale, prima evita la stretta di mano in campo e poi aumenta i livello dei toni nello spogliatoio. John Elkann è "costretto" a prendere una posizione e sceglie ancora Giuntoli confermando l'esonero di Allegri.

Juventus-Giuntoli è addio: da Allegri ai conti, da Thiago Motta al mercato, tutte le tappe di un rapporto complicato

UN MERCATO A TRIPLA CIFRA - Al posto di Allegri arriva Thiago Motta fin dalle prime battute della seconda stagione, ma su questo tema ci torneremo. Quello che più viene imputato oggi a Giuntoli come uno dei fallimenti più importanti di questa gestione, è il mercato fatto nell'estate 2024. Al dirigente emiliano viene imputato il fallimento di tutte le operazioni altamente onerose completato in estate. Una spesa di oltre 200 milioni considerando anche i riscatti già scattati che non ha portato quasi nulla ad una squadra che si è aggrappata ancora a chi già da tempo viveva lo spogliatoio. Ad eccezione e solo in parte di Thuram, fra Douglas Luiz, Kalulu, Nico Gonzalez, Di Gregorio, Cabal e soprattutto Koopmeiners nessuno ha reso secondo le aspettative.

LA GESTIONE DELLE CESSIONI, DA HUIJSEN A CHIESA - Nel corso della stessa estate (a posteriori l'analisi si fa ancora più dura) Giuntoli finisce nel mirino della società anche per la gestione delle cessioni. I casi più eclatanti sono quelli di Dean Huijsen e Federico Chiesa con il primo "svenduto" al Bournemouth (che ha svincolato quel Kelly preso poi per 20 milioni a gennaio) e oggi rivenduto al Real Madrid, e con il secondo lasciato di fatto fuori rosa fino al penultimo giorno di mercato perché non voleva rinnovare e "svenduto" al Liverpool per "solo" 12 milioni di euro e facendo minusvalenza.

THIAGO MOTTA, I RISULTATI E LO SPOGLIATOIO - Le aspettative su Thiago Motta sono altissime e la partenza non è del tutto negativa, poi qualcosa si incrina, all'interno dello spogliatoio in tanti fra i giocatori rompono con l'allenatore - il caso Danilo (capitano lasciato ai margini, poi ripescato e poi rimesso ai margini fino allo svincolo a gennaio) ne è la riprova - ma Giuntoli difende la sua scelta anche a fronte di risultati che iniziano a traballare. Il flop nel playoff di Champions League arrivato dopo un'altra campagna acquisti invernale importante, fa scricchiolare la sua posizione costringendolo all'esonero dell'italo-brasiliano.

L'OBBLIGO DELLA CHAMPIONS, TUDOR E IL CASO VLAHOVIC - La posizione all'interno della proprietà di Giuntoli torna a farsi seria proprio con il cambio in panchina e l'arrivo di Tudor. L'obbligo di centrare la qualificazione in Champions League rimette in discussione la gestione economica dell'intera annata e rimette ulteriormente pressione al dirigente a cui vengono contestate anche le scelte fatte in inverno (Alberto Costa e Kelly su tutte) e la gestione "simil Chiesa" del caso Vlahovic. Anche il serbo è arrivato all'ultimo anno di contratto senza rinnovo e la possibilità di un addio a cifre molto contenute è oggi la pista più concreta.

ELKANN PONE FINE AL PROGETTO - Anche grazie a Tudor e a un generale "ciapa no" delle rivali, la qualificazione in Champions arriva e mette la Juventus immediatamente davanti alla possibilità di avere margine per ripartire con una nuova progettualità. Giuntoli incontra John Elkann che gli prospetta l'inserimento nell'organico societario di figure che ne avrebbero ridimensionato il potere sia sopra di lui (Damien Comolli ex-Tolosa) sia al di sotto (Giorgio Chiellini promosso a Director of Football Strategy). I toni si accendono e alla fine Elkann sceglie la via dell'addio. Una separazione che costerà caro alla Juventus dati gli altri 3 anni di contratto rimasti, ma che potrà dare il via ad una nuova era. Un'era senza Giuntoli al comando.

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