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Inzaghi alla Juve: l’ultimo lavoro di Giuntoli. Inter alla resa dei conti

A meno di depistaggi dell'ultima ora, il D-Day sarà domani. Simone Inzaghi incontrerà i dirigenti dell'Inter e le parti capiranno se esistono le premesse per andare avanti insieme. Sabato, dopo la disfatta nella finale di Champions, l'allenatore si era lasciato andare a una frase che profumava di addio («Non so dire se andrò negli Usa per il Mondiale per club») ma il presidente Beppe Marotta ha subito impugnato l'estintore per spegnere l'incendio: «Assolutamente non cambia nessuna valutazione. Avevamo detto che ci saremmo visti con Inzaghi la prossima settimana, ha un anno di contratto e ha dimostrato di essere all'altezza del ruolo che ricopre. Non è una serata negativa che cancella tutti i meriti». Già però ribalta il potere contrattuale delle forze in campo.

I dirigenti, come sempre accade, hanno fatto il punto della situazione nella pancia dell'Allianz Arena per decidere una linea comune che verte sostanzialmente su un paio di pilastri: il primo è legato alla convinzione che il ciclo dell'Inter non sia finito, il secondo è dato dal fatto che toccherà a Inzaghi scegliere se proseguire il matrimonio oppure no. Questo perché non è abitudine di Marotta partire con un allenatore a scadenza e quindi Inzaghi, che ha un solo anno di contratto, dovrebbe rinnovare. E su questo argomento l'allenatore - reduce dalla prima stagione senza titoli, con uno scudetto gettato e una finale di Champions persa in goleada per non parlare dell'imbarcata presa nel derby di ritorno in semifinale di Coppa Italia - ha visto erodere tutta la sua forza nell'imporre la linea che invece detterà il club.

I paletti nerazzurri

E i tanti paletti messi dalla società sembrano quasi strumentali per favorire una separazione indolore. In altri tempi - con Moratti presidente, tanto per essere chiari - dopo un 5-0 in una finale di Champions (record al negativo che chissà per quanti anni resterà sul groppone dell'Inter), non ci sarebbero stati dubbi sull'esonero. In un calcio dove comandano i bilanci è doveroso che la società cerchi di limitare i danni pure in caso di decisioni traumatiche. Ma torniamo al punto. l'Inter è disposta a rinnovare di un anno il contratto di Inzaghi alle stesse condizioni economiche attuali, non farà rivoluzioni sul mercato e non stravolgerà la rosa che verrà ringiovanita, ma con acquisti mirati. A corredo, e qui c'è il nodo più intricato da sciogliere, verrà fatta un'analisi approfondita sulla preparazione atletica, che sarebbe stata individuata come causa primaria nella perdita dello scudetto (12 punti dilapidati da situazioni di vantaggio) per non parlare di quanto accaduto nella mattanza di Monaco, quando il Psg volava mentre gli interisti camminavano.

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