Nel momento in cui è rientrato in Brasile, Douglas Luiz ha fatto ciò che solitamente si fa dopo aver vissuto con estrema “saudade”: ha riunito tutti. Una festa in famiglia, le persone di sempre, gli amici di una vita. E poi quel calore chiamato casa. Che non è stata Torino, evidentemente. Che in fondo non è stata neanche Birmingham, nella quale il centrocampista pure si era trovato bene a prescindere dalle grandi prove in maglia Aston Villa. A chi gli è stato vicino, il ragazzo cresciuto a Rio de Janeiro ha confessato una gran voglia di voler modificare il presente, ancor prima dell’aria respirata ultimamente. Non si è arreso, tanto per capirsi. Né vuole restare a guardare. Per Tudor, che ieri l’ha riaccolto alla Continassa, dove DL si è rimesso immediatamente a disposizione e al pari dei compagni, tutto ciò può generare differenti consapevolezze, fornire un aiuto concreto a una squadra basata - almeno nel periodo recente - prevalentemente sui nervi e sulla necessità di raggiungere l’obiettivo.
Douglas Luiz, sarà una lunga estate
Ora che il fine è più largo e meno immediato, con un Mondiale teoricamente a ritmi più blandi, la qualità di Luiz può farsi l’asset che non ti aspetti, la chiamata in grado di cambiare le carte sul tavolo juventino. Persino i destini. Già, perché l’estate si preannuncia lunga anche per Douglas, nonostante nei piani iniziali ci fosse il reale desiderio di scappare appena possibile, dunque pure a giugno. Con il rovesciamento della dirigenza e l’inserimento di nuove figure, il suo dossier finirà invece subito al di sotto degli atti più emergenziali, più d’impatto. Banalmente più necessari, tra guida tecnica, direzione sportiva e situazione prestiti. E allora toccherà aspettare, prima di guardarsi intorno. Cosa? Intanto un’offerta, perché ai vari abboccamenti non ha fatto seguito nemmeno una proposta ufficiale. Ma soprattutto un colloquio con l’attuale governo bianconero, per il quale Douglas è valutato in maniera differente rispetto ai predecessori.
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