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Baggio: "Alla Fiorentina ho passato due anni senza giocare, mi vergognavo di versare lo stipendio. Il bacio alla…

**Roberto Baggio** si è raccontato al canale _YouTube_ _**BSMT**_, tracciando varie tappe della sua storia alla **Fiorentina** e tornando sullo storico passaggio alla **Juventus**.

"Quando mi sono fatto male l'unica cosa che pensavo era di tornare il prima possibile a giocare. Sarei stato disposto a mollare tutto, dei soldi non mi interessava niente. Avevo un sogno che mi accompagnava, sarei passato sopra a tutto. Mi interessava solo tornare e stare bene. Io sono stato molto grato a Firenze, alla città, ai tifosi, alla **Fiorentina** che aveva scelto comunque di acquistarmi. Per questo motivo, la gente mi voleva bene e ho fatto praticamente due anni senza giocare. Per due anni ho giocato forse le ultime cinque partite, ma a spezzoni. Se ho pensato di dire basta? Ero da solo… Partivo da casa che avevo dieci persone a tavola tutti i giorni in famiglia, mi sono ritrovato lì da solo tutti i giorni, con questo problema e non vedevo una via d'uscita. È normale che ci siano momenti in cui per quanto tu faccia e non vedi un risultato ti vengano dei dubbi. Era un momento difficile".

**‘Mi vergognavo di versare lo stipendio, perchè non giocavo’**

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"Andavo a ritirare la busta, ma non avevo il coraggio di metterla in banca. Perché mi sentivo in colpa. Perché non giocavo e mi vergognavo. Sono fatto così. Sei mesi così, poi prima di Natale mi chiama il segretario e mi chiede dove ho messo gli assegni. Avevo messo le sei buste in un cassetto. Dico: "Le ho qua". Lui risponde: "Cosa aspetti a metterle in banca?". Dicevo andrò, andrò... Poi ho dovuto farlo. Però se fosse stato per me...Restituire in campo quanto la Fiorentina aveva fatto per me era un atto dovuto. Mi sentivo veramente  amato dalla gente anche se non avevo ancora giocato. Mi è rimasto dentro questo. Per questo è stato così difficile andare via per me".

"Non volevo andarmene dalla **Fiorentina** e questo è stato visto come un rifiuto alla **Juventus**. Io in realtà non rifiutavo la Juventus, ma non volevo andarmene da Firenze. Mi sentivo in debito con la città, con la gente, con la tifoseria. Sarei andato via dopo magari, ma non in quel momento. Ricordo ovviamente le proteste. Ci fu la preparazione di Italia '90 a Coverciano. Era appena avvenuto il mio trasferimento e la gente era avvelenata, ci furono incidenti per tre giorni e la cosa mi toccò profondamente. Non ce l'avevano con me, era ovviamente il fatto che io ero andato via e loro non volevano assolutamente. Di conseguenza il loro amore si è scatenato in un inferno".

**‘Il bacio alla sciarpa della Fiorentina? Quando uno dimostra affetto…’**

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"Il putiferio per il mio bacio alla sciarpa della **Fiorentina**? È strana questa cosa. Si parla tanto del calcio pieno di mercenari, poi quando uno dimostra affetto e gratitudine subito viene etichettato. Io l'ho fatto in maniera spontanea, era il minimo che potevo fare senza mancare di rispetto alla **Juventus**, non era il mio intento. Il mio intento era dire grazie a quello che mi aveva dato la gente di Firenze. Una cosa semplice. Però allora andava bene creare un caso, come lo è stato il calcio di rigore. Vado a giocare a Firenze con la maglia della Juve, fanno rigore su di me e in settimana avevamo deciso che lo avrebbe battuto **De Agostini**. Per evitare ogni cosa. **De Agostini** era il rigorista della **Juventus** finché non sono arrivato io. Fatalità sbaglia il rigore, e hanno montato un caso sul mio rifiuto. Serviva a tanti per fare confusione, ecco...".

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