Khephren Thuram dentro e fuori dal campo. Il centrocampista della Juve, a breve impegnato nel Mondiale per Club, a tutto tondo si è aperto al canale ufficiale YouTube della Serie A, raccontandosi come persona, come calciatore e anche come abitante di Torino, città nella quale ha vissuto da piccolo e che lo ha accolto di nuovo, da calciatore bianconero. Ed è proprio per le strade di Torino che si svolge l'intervista, una chiacchiera nella quale non dimentica, ovviamente, le sensazioni vissute nella 'Vecchia Signora' (club rimasto nel cuore di papà Lilian e gli obiettivi che vuole raggiungere alla Juve. Calcio, cultura, vita: parola a Thuram.
Thuram: calcio e la Juve nel cuore di papà
Il centrocampista esordisce così: "Il calcio, per me, è… è qualcosa di magnifico. Penso che ci siano persone che riescono a esprimersi scrivendo poesie. Ce ne sono altre che si esprimono con la musica. E io penso che il mio modo di esprimermi è andare in campo: giocare, correre. È un modo per mostrare chi sono, senza realmente parlare. E penso che per me il calcio sia proprio questo, un modo di esprimere me stesso. Poi, ho cominciato abbastanza presto perché andavo a vedere gli allenamenti di mio padre. Ero con mio fratello. Abbiamo sempre giocato a calcio da quando eravamo piccoli: abbiamo un rapporto eccezionale, andiamo molto d’accordo e penso che sia grazie ai nostri genitori".
E ancora sul fratello Marcus: "Quando eravamo piccoli cercavamo di stare sempre insieme, ora siamo grandi e giochiamo uno contro l'altro in campionato: è un sogno che si realizza. Davvero, non avrei potuto sognare di meglio, e giocare nel club di mio padre è qualcosa di molto bello, perché vedo che è davvero forse un club... il club del suo cuore. Mi chiede ogni volta di rispettare lo stemma della squadra, di rispettare i tifosi e di dare il massimo quando gioco per questa società".
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