TORINO - Giova tornare alla tarda serata del 10 maggio, nella pancia dell’Olimpico di Roma. La Juventus, in casa della Lazio, aveva appena subito la cocente beffa del pareggio di Vecino al minuto 96, una rete che non ha compromesso la volata Champions dei bianconeri, ma in quel momento prometteva di farlo. Altra storia, però. Di quella partita, di quel post-partita, anzi, torna ora utile il riecheggiare delle parole di Tudor in conferenza stampa: «La squadra in questa stagione è stata condizionata da tanti infortuni, ma al completo è già forte. E, con due o tre innesti, può diventare di altissimo livello». Una sorta di candidatura per il futuro, pur celata da asettica analisi. Un pensiero che il tecnico croato ha ribadito in questi giorni alla dirigenza entrante, trovando di tutta risposta una piena convergenza nella visione sull’imminente mercato. Due o tre rinforzi mirati, dunque, meglio ancora se quattro. Per alzare l’asticella della qualità e delle ambizioni.
Lavori in corso
La prossima Juventus, nella testa di Tudor, genera dal buono di quella attuale, giovane come non mai e forte di alcuni elementi da cui certamente ripartire. E, però, risulta integrata da un rinforzo per reparto almeno, anche un paio in avanti. Un manifesto programmatico, s’intende, più che una quantità misurata con chirurgica precisione: il contestuale mercato in uscita, per esempio, è destinato a riverberare i suoi riflessi, in un senso o nell’altro. Per dire: un’eventuale partenza del sempre chiacchierato Cambiaso, sulla corsia, imporrebbe di tener conto di un innesto in più per rimpiazzarlo. E un mancato addio dell’altrettanto chiacchierato Vlahovic, per converso, renderebbe complicata – a livello economico, innanzitutto – l’idea di mettere le mani su un bomber d’alta gamma. Lavori quantomai in corso, insomma, soprattutto in seno a una squadra di mercato che ancora deve veder modellata la propria struttura definitiva.
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