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Pagellone Juve: Locatelli leader, enigma Koopmeiners, identità Tudor

Tudor 8

Il suo arrivo è stato accolto fin da subito con grande entusiasmo dalla piazza, complice anche il legame affettivo con il club e il suo passato da calciatore bianconero. Un ritorno che ha portato con sé una ventata di freschezza e, soprattutto, un forte senso di appartenenza. Ha dimostrato fin da subito grande attaccamento alla maglia, trasmettendo ai giocatori i valori e l’identità del cosiddetto "DNA Juve". Ha saputo inondere fiducia al gruppo, intervenendo anche sul piano mentale oltre che tattico, e ha rivoltato stile e modo di giocare. Il suo approccio ha rappresentato un cambio netto rispetto a quello di Thiago Motta: più concretezza, più equilibrio e un’impronta emotiva capace di riaccendere l’entusiasmo.

Il passaggio alla difesa a tre è stato un baluardo nell'emergenza più totale tra assenze e difficoltà evidenti della squadra. I risultati non si sono fatti attendere, così come le prestazioni, spesso convincenti. Non sono mancati però i passi falsi, il più clamoroso senza dubbio quello di Parma, ma nel complesso il bilancio è più che positivo. Alla fine è riuscito nell’obiettivo principale e per niente scontato vista la "buca profonda" che aveva trovato al suo arrivo: riportare la Juventus al quarto posto e quindi in Champions League, restituendo un minimo di stabilità in un’annata complicata.

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