TORINO - C’è da immaginarlo a braccia conserte, in attesa di un’occasione come si fa sulla riva del fiume: chi l’ha voluto - e lo vuole ancora oggi - lontano dalla Juventus, è finito nel suo personalissimo mirino. Dusan Vlahovic ha la consapevolezza che la storia bianconera stia per finire: il ciclo, ballerino e un po’ sfortunato, di sicuro complicato ma anche oggettivamente segnato da mancanze dello stesso numero nove, è molto vicino al compimento.
La decisione della Juve
L’ha deciso il club. Non l’attaccante. E l’ha fatto per una questione di costi da abbattere e di benefici da ritrovare, nel più classico dei gioco di pro e di contro. Ecco, a proposito di “contro”: DV9 ha quello più pesante, cioè l’ingaggio. Da luglio scatta il maxi stipendio che toccherà - premi compresi - ben 12 milioni di euro. Non solo un salasso difficile da sostenere: è che pare proprio non ci sia la volontà da parte del club di farlo. Una sfumatura per nulla banale, e pronta a generare ulteriori tormenti nell’animo e nei ragionamenti del serbo. Del resto, presto sarà chiamato a prendere una decisione sul futuro, e finora le sirene non sono state spiegate, ma soltanto degli accenni più o meno concreti sui quale valeva la pena fare dei ragionamenti. Come il Fenerbahce: sul piatto, la proposta può convincere la Juve e può soddisfare le richieste - base di partenza non distante da quanto percepito in bianconero -, ma l’idea di andare in SuperLig turca non lo scalda abbastanza, gli consiglia di tenere le antenne dritte e di guardarsi altrove.
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