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Juve, da Gatti a Yildiz: quanti rinnovi congelati

Lavori sospesi per il cambio della guardia. L’agenda dell’ex Giuntoli prevedeva una serie di appuntamenti, in questo mese di giugno, per sbloccare alcuni rinnovi contrattuali: tutto, o quasi, è stato rimandato alla fine del Mondiale per Club, quando il nuovo dg Damien Comolli avrà potuto approfondire i vari fascicoli, valutando le promesse fatte dall’uomo che prima di lui si occupava dell’area sportiva. Viste le difficoltà incontrate nel corso della stagione, la proprietà non vuole distrazioni: la Juventus tutta, inclusi i calciatori, dovrà concentrarsi esclusivamente sull’evento in programma negli Stati Uniti dal 19 giugno. Quello che attende risposte da più tempo è Gatti, al quale già a febbraio era stata prospettata l’idea di un adeguamento. Tra i centrali in rosa, Federico è quello che guadagna meno: attualmente poco più di 1,5 milioni netti. Nonostante ciò, la stagione appena conclusa lo ha confermato come il più presente nel reparto, terzo tra i calciatori di movimento - dopo Locatelli e Yildiz - con 3212’ trascorsi sul terreno di gioco. L’ultimo rinnovo di Gatti c’è stato a ottobre del 2023 (un vantaggio anche per la Juve in termini di ammortamento) e il contratto fino al 2028 mette il club al riparo da brutte sorprese. Di sicuro, però, gli estimatori in Italia (Napoli) e all’estero (Premier) non mancano e il ragazzo sta cominciando a chiedere garanzie.

YILDIZ E CAMBIASO

Hanno accordi molto lunghi anche Yildiz e Cambiaso, entrambi fino al 2029. Un’estate fa, Kenan ha quintuplicato il proprio ingaggio, che prima era da “under”, prendendosi anche la maglia numero 10 a corredo di una scelta che lo pone al centro del nuovo progetto. Cambiaso aveva ottenuto un contratto economicamente più sostanzioso (2,4 milioni netti) a maggio scorso. Gli entourage di entrambi stavano lavorando con la direzione sportiva per estendere entrambi gli accordi fino al 2030, ritoccando verso l’alto gli stipendi: il turco e l’azzurro rappresentano due patrimoni per la società, anche se su Cambiaso qualche ragionamento in ottica cessione (a fronte di un’offerta irrinunciabile) è stato fatto; chissà se dopo l’interesse del City qualche altra big non bussi alla Continassa.

Gli altri

Altri ragionamenti coinvolgono McKennie, che Motta aveva prima epurato e poi recuperato e che Tudor ha confermato al centro del suo progetto. Prima del reintegro, Weston prolungò per un anno. Oggi, con la scadenza al 2026, è necessario rivedere quell’accordo. L’intesa fino al 2028 non è distante, eppure la fumata bianca, nonostante le rassicurazioni delle parti, sta ritardando. Quasi certamente non ci sarà lieto fine sul fronte Vlahovic. Com’è noto, l’agente di Dusan e Giuntoli sono arrivati al muro contro muro; il serbo va a scadenza tra un anno ed è destinato a partire a fronte di un’offerta da 25-30 milioni. Il classe 2000, a fine campionato, ha rotto il silenzio: «Se resto? Non chiedetelo a me». Di sicuro la Juve non intende assecondare le sue richieste di un ingaggio sulla falsa riga di quello attuale, cioè da 11-12 milioni netti, e punterebbe a spalmare per almeno un biennio gli emolumenti del centravanti. La distanza è abissale e dopodomani, quando tornerà dagli impegni con la nazionale serba, il nuovo managment formato da Comolli e Chiellini comincerà a studiare con lui una strategia d’uscita. Con il Mondiale per Club come ultimo ballo prima di dirsi addio.

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