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Comolli mette fine al disastro Giuntoli e usa parole in stile Juventus: "Cercare di vincere la mia ossessione"

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Comolli mette fine al disastro Giuntoli e usa parole in stile Juventus: "Cercare di vincere la mia ossessione"

E' stata molto forte la presentazione in conferenza stampa di Damien Comolli, nuovo Direttore generale della Juventus. In particolare, in sede di commento, è interessante fare un confronto con l'esordio, due anni fa, di Cristiano Giuntoli, l'ormai ex Football director, silurato da John Elkann per aprire l'era Comolli. In soldoni, il pensiero di Giuntoli su quella che sarebbe dovuta essere la sua Juventus era: è importante vincere, ma lo si può fare anche giocando un tipo di calcio più bello e moderno. Presentandosi così, nel 2023, Giuntoli anticipava di fatto di un anno la fine dell'era Allegri, avvenuta poi nel maggio del 2024, e quello che ne sarebbe seguito: il progetto Motta, il cui naufragio è stato decisivo anche per la fine dell'avventura dello stesso Giuntoli. "Plasmare la Juventus del futuro", il mandato indicato da Elkann, è stato un obiettivo che Giuntoli ha fallito, non raggiungendo né risultati né tantomeno bel gioco.

Comolli, nella sua presentazione odierna, è parso subito un dirigente di stampo diverso rispetto a Giuntoli: il francese dà subito l'idea di avere un approccio meno emotivo e più razionale. "Siamo pagati per creare emozioni, il mio primo lavoro, 3 volte a settimana, è garantire che la nostra comunità raggiunga il più alto livello di emozioni, è il mio pensiero fisso al mattino. Allo stesso tempo, come decisori non dobbiamo essere guidati dalle emozioni ma essere razionali", ha spiegato il nuovo dg bianconero. Il quale, a differenza di Giuntoli, che in sede di presentazione celebrò il suo tifo per la Juventus, mette subito le cose in chiaro, in modo razionale, anche sotto questo aspetto: "Non voglio dirvi che ero un tifoso della Juve ma ho sempre seguito la Juve".

L'approccio razionale di Comolli è strettamente legato al suo rapporto con i dati, con gli algoritmi, e all'uso che ne ha fatto in carriera e che intende farne alla Juventus. Spiega il classe 1972, ex presidente del Tolosa, che in passato ha lavorato come scout o direttore sportivo per Monaco, Arsenal, Saint-Etienne, Tottenham, Liverpool e Fenerbahce: "Fa parte della mia carriera, lavoro con i dati da 25 anni. Ho sempre pensato che quando ci si rivolge a me ci si spetta che porti questa esperienza e penso che anche alla Juventus sia così. L'1 agosto 2025 sarà il 33esimo anno nel calcio, non mi sono mai imbattuto in un approccio più razionale che non sia l'utilizzo dei dati. Monyeball? Non so se sia stato romanzato. So quello che abbiamo fatto. Il modello è come rendere razionale un'industria molto irrazionale, schizofrenica. La mia ossessione, quando ho cominciato a utilizzare i dati, mister Moneyball è un mio amico, l'ho incontrato e abbiamo parlato. La mia frustrazione era vedere tante cattive decisioni sullo scouting. Mi chiedevo: come essere più precisi? Il principio moneyball è stato molto utile e può aiutare sul mercato".

Vincere in modo razionale, creando emozioni. Si può sintetizzare così il pensiero di Comolli, che sulla vittoria e sul rapporto suo e della Juventus con la vittoria dice: "Cercare di vincere sarà la mia ossessione e questo fa già parte della cultura del club". Per i tifosi bianconeri, che nel recente passato hanno assistito a conferenze stampa nelle quali hanno sentito rappresentanti della Juventus dire di non essere ossessionati dalla vittoria, questo è punto da cui ripartire.

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