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Juventus, il mercato di Comolli: le scelte fatte e il confronto con Tudor

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Juventus, il mercato di Comolli: le scelte fatte e il confronto con Tudor

items-center text-gray2 flex text-sm gap-1.5"> Marco Amato, inviato a Torino

13 minuti fa

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“Problem solving”, lo abbiamo scritto un po’ tutti nei nostri curriculum vitae, magari forzando un po’ la nostra effettiva capacità di ovviare agli ostacoli. Chi può scriverlo senza paura di essere smentito è sicuramente Damien Comolli. Grazie, soprattutto, al suo percorso all’interno del calcio che lo ha portato a ricoprire diversi ruoli: allenatore, osservatore, direttore sportivo, presidente, direttore generale. Una propensione al districarsi tra i vari compiti necessari alla gestione di un club che torna adesso particolarmente utile alla Juventus. Mancano due figure – il direttore sportivo e quello tecnico -, ma ciò non significa che il club bianconero sia immobile sul mercato. Anzi, è proprio il direttore generale ad aver preso in mano le redini, anche da questo punto di vista.

Per esempio, è lo stesso Comolli ad aver risolto la questione Kolo Muani: “Abbiamo fatto un accordo con il Psg per il prolungamento del prestito. Ho parlato con il calciatore la settimana scorsa, ha deciso di giocare il Mondiale con noi e rimarrà”. Tra i dossier a cui il dg ha cominciato a lavorare, anche quelli dei prestiti. Per primo quello di Igor Tudor: è stato confermato, sarà lui l’allenatore della prossima stagione, adesso va blindato e protetto con una firma in calce ad un accordo differente dal rinnovo automatico scattato con il quarto posto in campionato. In seguito, sarà il turno di Federico Gatti e Nicolò Savona: si vede il traguardo, serve un ultimo allungo prima di stringersi la mano. Qualche metro più indietro Weston McKennie, ma la strada di fronte non presenta ostacoli, siepi o un’improvvisa impennata delle pendenze. Tradotto: filtra cauto ottimismo.

Si apre poi il tema di cosa è ancora da spuntare nella lista degli impegni. In cima all’agenda, la questione Vlahovic. L’attaccante serbo tornerà a breve dagli impegni con la nazionale, avrà un colloquio con Comolli che seguirà ad un contatto telefonico già avvenuto. Solo in quel momento il dg prenderà una decisione: difficile, però, che si possa considerare un’opzione differente dalla separazione. Il contratto di Vlahovic è in scadenza nel 2026 e, da questa stagione, percepirà un ingaggio che, tra parte fissa e bonus, arriverà a 12 milioni. Adesso si può monetizzare da una sua uscita e, al contempo, liberarsi di uno stipendio tanto pesante. Comolli, però, al momento prende tempo: “Devo parlare con il giocatore e capire, non c'è dubbio che sia un top player. Bisogna capire quali sono le sue intenzioni”.

Budget da reinvestire sul mercato. In questo caso, è ancora presto – e mancano direttore sportivo e generale -, per indicare una gerarchia nella numerosa lista di nomi che già circola. Le indicazioni di Comolli, però, mostrano la strategia: “Quello che posso dire è che sicuramente ci saranno aggiustamenti ma non trasformazioni radicali”. Sono parole che ricalcano quanto già espresso a fine campionato da Tudor: pochi colpi per migliorare una rosa che, al completo, è già competitiva. Un’anticipazione, però, c’è e torniamo ad un nome già fatto, quello di Kolo Muani: “Per il dopo Mondiale sono ottimista di raggiungere un accordo per l'intera stagione. Il Psg non ha chiuso a un nuovo prestito e il giocatore è propenso a restare”.

Per il resto, come trovare i profili giusti? Anche con l’utilizzo dei dati: “Non mi sono mai imbattuto in un approccio più razionale che non sia l'utilizzo dei dati. Li utilizzeremo in diverse aree, ci assisteranno nella selezione dei calciatori, nel misurare la forza della nostra squadra rispetto alle altre, a definire la nostra strategia”.

Tra database, colloqui e confronti, sta nascendo la Juventus versione 2025/2026. È in atto una rivoluzione di metodo, ma non di uomini. Colpi mirati per alzare il livello della squadra e rispondere alle esigenze di Tudor: sul mercato, la strada è già tracciata.

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