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Comolli ha capito dov’è, trasformata la gaffe di Motta sulla Juve: è un buon inizio

Damien Comolli parla bene, è un eccellente venditore delle sue idee e questo non è un difetto per chi fa il suo mestiere. Se le idee sono buone, meglio esporle nel modo più chiaro e luccicante possibile perché tutti le possano condividere e portare avanti. Se sono cattive falliranno comunque, perché non c’è modo che il pacchetto di un cattivo piano riesca a tenerne nascosti limiti e difetti, non importa quanti fiocchi ci sono. Damien Comolli, quindi, si è presentato bene e ha detto le cose giuste nel modo giusto. Soprattutto la parte sull’ossessione alla vittoria. Sì, è venuto il sospetto che fosse minuziosamente preparata per cancellare la madre di tutte le gaffe (vedi: Thiago Motta in Arabia, sei mesi fa) usando proprio lo stesso termine.

Comolli è un vincente

Ma, al di là della forma, Comolli è davvero un vincente, un amante dell’agonismo e, in un’intervista di un anno fa (quindi in tempi non sospetti) aveva detto una cosa ancora più juventina. «La vittoria non mi dà piacere, mi placa l’ansia, perché vincere significa non perdere». Non troppo distante dal concetto di Gianluca Vialli che aveva detto: «Alla Juve vincere non è una gioia, ma un sollievo. Significa aver fatteli tuo dovere». Insomma, Comolli non ha sbagliato quasi nulla nella prima uscita pubblica. Ha spiegato a grandi linee come vuole far funzionare la Juventus e, a tratti, è suonata come una rivoluzione piuttosto profonda di certi meccanismi. E questo suscita grande curiosità, perché il nocciolo non è tanto il dibattito che eccita le folle sul mercato fatto con l’algoritmo e i giocatori scelti dall’intelligenza artificiale, ma il modo di gestire tutta la società che stacca in modo sostanziale dal passato (il comitato strategico, l’importanza della cultura del club, le modalità nel prendere le decisioni). Comolli è una sfida coraggiosa da parte della proprietà, comporta dei rischi, ma ha grandi potenzialità. Il risultato finale dipenderà da quanto il progetto sarà supportato economicamente; dalla sintonia che avranno Comolli e Chiellini, soprattutto nei momenti critici; dalla collaborazione di tutte le componenti interne della Juventus, una macchina grande e complessa da guidare.

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