Torino - Jonathan David, Joao Mario e… Gleison Bremer. La Juventus che si affaccia alla nuova stagione è in tutto e per tutto simile a quella che aveva salutato la passata negli Stati Uniti, a margine della ricca appendice del Mondiale per Club. Con poche ma sensibili eccezioni. E tra gli sparuti volti nuovi – di fatto – c’è anche il centrale brasiliano. D’accordo, la storia del “nuovo acquisto” è trita e ritrita: alla voce, tecnicamente, possono rispondere presente soltanto la punta canadese e l’esterno portoghese, impiegati ieri per una frazione di gioco, nel primo test dell’estate contro la Reggiana. Medesimo chilometraggio concesso a tutti i compagni, compreso - appunto - anche Bremer, alla prima apparizione dalla dolorosa notte del 2 ottobre scorso, a Lipsia, in Champions League. Quella della straordinaria rimonta, quella della grande illusione sul progetto orchestrato da Thiago Motta. E quella del grave infortunio al crociato dell’ex granata. Quello del colosso di Itapitanga, allora, può a tutti gli effetti essere considerato un nuovo e fondamentale acquisto per la Juventus di Tudor, al saldo dei fisiologici tempi necessari per ritrovare lo smalto dei giorni migliori.
Bremer: 304 giorni dopo
Pare passata una vita dalle sue ultime sportellate sul rettangolo verde, e un po’ è così: "304 giorni dopo...", il conteggio del diretto interessato, che ha così celebrato, ieri sera su Instagram, il suo ritorno in campo. Sì, dal crack in terra tedesca – dove da ieri sera si trova tutta la squadra per il ritiro di Herzogenaurach, scherzo del destino – sono passati 304 giorni, lasso di tempo durante il quale i bianconeri hanno disputato 46 partite senza il principale punto di riferimento in difesa. Un discorso che apre inevitabilmente il campo a rimpianti e retropensieri sulla triste parabola imboccata dalla Juventus dal suo infortunio in poi. Il dato confortante, invece, è arrivato proprio dai primi 45’ della partitella di ieri mattina, alla Continassa, contro la Reggiana. Un tempo durante il quale Bremer è parso decisamente pronto a tuffarsi nella nuova annata, dopo essere tornato ad assaporare il profumo della convocazione e della panchina al Mondiale per Club, in cui aveva fatto parte del gruppo-squadra in occasione delle ultime due, suggestive, partite americane, di fronte a Manchester City e Real Madrid.
Bremer guida la retroguardia
Il brasiliano ha guidato la retroguardia a tre di Tudor, completata da Kalulu e Kelly, in un appuntamento dai contenuti atletici ed agonistici ancora relativi, in attesa di amichevoli più probanti. Ma intanto è stato un passo importante per la tenuta fisica e per la fiducia mentale del ragazzo, che si è anche reso protagonista di un’entrata piuttosto dura ai danni di un avversario. Un eccesso di foga che conferma la voglia di testarsi e di tornare presto all’apice del centrale verdeoro, alle soglie della sua quarta stagione in bianconero. Il suo ritorno, per quanto solo in un impegno amichevole, per ora, è stata la nota più lieta della giornata di ieri, a margine della prima settimana abbondante di lavoro alla Continassa e alla vigilia della “fase due” della pre-season a Herzogenaurach. "Sono contento per il rientro di Gleison, anche se sicuramente ci vorrà un po’ di tempo e gli servirà giocare altre partite per tornare ai suoi livelli", il commento soddisfatto di Tudor dopo il pareggio per 2-2 contro la Reggiana.
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