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Tudor sperimenta una nuova Juve. Miretti, in Germania un nuovo indizio mercato…

INVIATO A HERZOGENAURACH - Mentre i decibel si alzano e i giocatori, rigorosamente arrivati in bicicletta, sfilano uno dopo l'altro nel campo di allenamento, i primi cori sono tutti per lui, per Kenan Yildiz. Sorride. Alza lo sguardo: saluta un paio di bambini con la bandiera della Turchia, e poi si dedica a foto, autografi, alla condivisione di un momento come tanti, eppure unico per tutti. Pochi minuti e qualche passo più in là, la triste e generale realizzazione: il numero 10 bianconero non è protagonista agli ordini di Tudor. Colpa di un piccolo affaticamento, tanto piccolo che oggi pare destinato a lavorare, per poi puntare all'amichevole di domenica contro il Borussia Dortmund, quella in cui il tecnico conta di affiancarlo a Jonathan David per iniziare a creare l'asse, installare il software del nuovo sistema.

Brilla David

Tant'è: si deciderà in base alle condizioni, perché nessuno vuole realmente rischiare, non a una manciata di giorni dall'inizio della stagione. Come Kenan, pure Bremer ha saltato la seduta pomeridiana: il fatto è simile ed è una gestione dei carichi, con l'extra cautela dovuta al brutto infortunio che lo scorso ottobre, proprio in Germania e però a Lipsia, gli ha chiuso anzitempo l'annata. Fa parte del processo, insomma. Oltre a Perin - ha lavorato in palestra -, la rosa era comunque al completo. E a rubare l'occhio è stata la fisicità del centravanti canadese, poco loquace ma evidentemente tirato a lucido per il debutto. Nell'esercitazione offensiva, l'unica mostrata a tifosi e media presenti, è stato naturalmente il terminale offensivo. Il gruppo ha costruito dal basso, allargando il gioco e sfruttando gli esterni. Palla in mezzo, ecco JD. E poi Vlahovic. L'ex Lilla si alternava infatti con Dusan, ed è sembrata una staffetta perfetta: dentro il nuovo che avanza spedito, fuori il nove che ha deluso e che è pronto a partire. A ogni modo, alla conta dei gol, ha vinto proprio DV9, un paio di reti realizzate dopo una traversa clamorosa, a portiere battuto. Simbolico.

Le soluzioni nel 4-1-4-1

Com'è simbolica la voglia della Juventus di riprovarci, di ripartire, di sfruttare l'intensità e di abbinarla a una qualità palla al piede che non deve perdersi nei condizionali della manovra. No, dev'essere decisa. E Tudor l'ha chiesto e lo chiederà sempre ai suoi, Magari l'ha pure fatto nel classico rito del discorso pre seduta. Attorno all'allenatore, anche ieri la squadra si è ritrovata, spegnendo i sorrisi e aprendo le orecchie. Questo è il metodo del croato e l'aria sul terreno verde è effettivamente molto più tesa rispetto a quella che si percepisce fuori, nei ritagli di tempo, nelle pedalate per andare da un punto all'altro dell'Herzo Base, nella gioventù diffusa di questo gruppo. Così come contro la Reggiana, la novità su cui si sta lavorando è la possibilità di alternare il sistema di gioco, in base al momento, al risultato, alle necessità. E come aveva effettivamente provato proprio qui un anno fa Thiago Motta, questa Juve può ritrovarsi o almeno rispecchiarsi in un 4-1-4-1 quadrato quando ha il pallone tra i piedi. In regia, non Locatelli, o almeno non solo lui: un'ipotesi potrebbe essere vedere Thuram più basso, in attesa del mercato. E dietro, invece, sfruttare la bravura di Kalulu nell'allargarsi per dare ampiezza da esterno basso e nello stringersi da centrale per andare a chiudere. Sono situazioni: si lavora per affrontare gli imprevisti. E per evitare che la pressione schiacci, si prova a mettere nuova benzina e nuova linfa: serviranno per andare lontano. Nel finale di seduta Miretti si è allenato con il gruppo Next Gen e Cabal: indizio di mercato?

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