INVIATO A HERZOGENAURACH - I ricordi si mescolano, quel sorriso è invece immutato, resiste al tempo. Karl-Heinze Riedle, detto Kalle, ora osserva il calcio con un distacco che quasi sorprende: guarda il giusto, dice. Ma quella di questo pomeriggio, Borussia-Juventus al Signal Iduna Park, è una di quelle partite che non potrà perdersi per nessun motivo al mondo. Centravanti meraviglioso, un passato tra Augsburg, Werder Brema e tre anni alla Lazio - dove colleziona 30 gol in campionato -, la storia gli ha regalato una carriera da sogno e incroci d'oro con l'Italia. Nel 1990 vince il Mondiale con la Germania Ovest, nel 1997 alza al cielo quella Champions League che grida ancora vendetta per la Juventus: quando ognuno immaginava un epilogo già scritto, sono gialloneri a passare per 3-1. Con Kalle che spezza l'entusiasmo italiano con una rete alla mezz'ora, salvo poi raddoppiare dopo altri 5 minuti. Il ko lo firma Ricken al 71', che annulla il vantaggio dimezzato poco prima da Del Piero. Sì, sono passati 28 anni.
Karl-Heinze Riedle, ancor prima di quella vittoria: cosa pensa quando vede bianconero?
«Ah, il top. La Juventus, almeno ai miei tempi, era il massimo. Insieme al Milan».
Com'era giocarci contro?
«Sempre partite eccezionali: era l'occasione in cui ci si poteva misurare con i più forti. E quando giocavo alla Lazio, venire a Torino era qualcosa di speciale, ma lo stesso in casa nostra: match di livello altissimo. Del resto, erano il punto di riferimento, il metro di paragone».
Guarda ancora qualche sfida della Juve?
«Certo, lo faccio ogni tanto, mi capita in televisione. Dal vivo un po' meno, ma è sempre un piacere. La Juventus resta una società di primissima fascia. E ha un fascino unico».
Le piace qualcuno in particolare?
«Devo dire che Kenan Yildiz non è male».
Lo cercava pure il Borussia...
«Lo trovo uno dei più grandi talenti in assoluto: un calciatore straordinario».
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