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Kolo Muani, salto triplo Juve: la distanza col Psg, l'uscita della "seconda linea" e l'affare chiave

TORINO - Comolli guarda Kolo e Kolo guarda nel sole, mentre il mondo sta girando senza fretta. La telenovela che prevederebbe quale lieto fine il ritorno alla Juventus di Kolo Muani, d’altronde, sta sfiorando proporzioni degne di Beautiful. Questione di dettagli, in realtà. Di piccoli passi, al massimo. Tanto che, alla Continassa, la fiducia circa l’esito positivo della trattativa non risulta in alcun modo scalfita. I contatti tra Comolli e il Psg sono infatti quotidiani e, in un certo senso, anche proficui. Perché il punto di caduta soddisfacente per tutti non è ancora stato individuato, d’accordo, ma le parti sono comunque in lento, ma costante, avvicinamento. Dettaglio dopo dettaglio, milione su milione. Appunto.

La formula

La formula, dunque, è stata individuata. Il prestito oneroso che dovrebbe riportare il francese in bianconero non pare in discussione, così come la certezza del successivo riscatto da parte della Juventus. Se attraverso un obbligo o un diritto che diventa obbligo al verificarsi di determinate e molto agevoli condizioni, beh, questo rientra tra i dettagli. Perché, di fatto, non incide sulla sostanza. Che rimane quella di un’operazione da 10 milioni per la prima annualità, cui sommare tra un anno la cifra del definitivo riscatto. I parigini spingono per un pacchetto complessivo da almeno 50 milioni, il dg bianconero confida di chiudere al massimo a 45 totali. Il divario non consente di considerare chiusa la trattativa, appunto, ma conferma come i due club non stiano parlando lingue differenti. Per arrivare a dama, insomma, serve un ultimo sforzo da parte di tutti: un compromesso in più per i freschi campioni d’Europa, anche alla luce del fatto che Kolo Muani non rientra in alcun modo nelle corde di Luis Enrique, che senza di lui ha costruito una macchina quasi perfetta; un rilancio in più per i bianconeri, che però devono avere un’adeguata copertura finanziaria per alzare ancora l’asticella. Tradotto: serve ancora un’uscita, anche quella di una cosiddetta “seconda linea”.

Il tesoretto

Perché, nel frattempo, il mai troppo celebrato “tesoretto” continua a crescere, attraverso gli incassi per le percentuali sulla rivendita dei giovani ceduti negli scorsi anni. Da Huijsen a Barrenechea, da Israel a Correia. L’ultimo della lista? Il difensore belga De Winter, promesso sposo del Milan. Attraverso un’operazione che sta per assicurare alle casse bianconere una cifra di almeno 3 milioni di euro, anche qualcosa in più sulla base della definizione dei bonus annessi al passaggio del classe 2002 dal Genoa ai rossoneri. Briciole? Non proprio, se rapportate a una trattativa in cui la distanza tra le parti può essere colmata con un rilancio che si conta sulle dita delle mani. Di una mano, anzi. Diplomazie in azione, dunque, sull’asse Torino-Parigi. Anche perché, dal canto suo, Kolo Muani ha già fatto quanto nelle sue possibilità. Ha strizzato l’occhio alla Juventus, ha comunicato al Paris Saint-Germain la sua ferma volontà di tornare in Italia. E, in maniera del tutto coerente, ha detto di no a chi ha avanzato la propria candidatura per scrivere il suo futuro agonistico.

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