Il ritorno di Kolo Muani è la mazzata finale su Vlahovic. La chiusura dell’affare con il Psg, che viene data per imminente e, comunque, in tempo per registrare il centravanti nella rosa prima dell’inizio del campionato bianconero (domenica 24 agosto 20.45 Juve-Parma), si somma ai fischi dello Stadium, tratteggiando una prospettiva infernale per il numero nove serbo, qualora decidesse di rimanere a Torino. Per carità, a fronte di un milione al mese di stipendio, farebbero a cambio in molti con la situazione di Vlahovic, tuttavia - si sa - la vita è sempre una questione di punti di vista e da quello di Dusan, in questo momento, si vedono: pochissime possibilità di giocare (con Jonathan David e Kolo Muani davanti a lui e un solo posto di punta centrale a disposizione) e una smaccata ostilità dell’ambiente. Il tutto nella stagione che porta al Mondiale (a rischio per lui, se giocasse pochissimo) e che in teoria dovrebbe essere la sua vetrina per trovare un top team che lo ingaggi a parametro zero tra undici mesi.
Vlahovic, all'orizzonte non si scorgono compratori
Vlahovic, che è tipo riflessivo (ma sarebbe meglio dire rimuginante), starà sicuramente facendosi i conti, fra la valutazione dei rischi che una stagione così comporterebbe per la sua carriera e l’amarezza per i primi fischi di un popolo che, fino all’anno scorso, lo aveva sempre difeso e sorretto. Il guaio, però, è che Vlahovic e lo stesso Comolli possono ragionare finché vogliono, ma all’orizzonte non si scorgono compratori, tra quelli che ha respinto lo stesso Vlahovic e quelli che non si sono proprio mai presentati. Sì, c’è il Milan, che però intanto sta provando a prendere un’altra punta (Hojlund dallo United) e che, alle richieste economiche della Juventus (20 milioni) e del serbo (almeno 8 milioni netti a stagione), ha replicato con un sostanziale “mai nella vita”.
Juve, cambio di passo nel calciomercato
Il fatto che, nonostante il caso Vlahovic ancora aperto e neppure troppo vicino alla chiusura, Damien Comolli abbia deciso di imprimere un’accelerata sul ritorno di Kolo Muani è, quindi, assai indicativo di un cambio di passo nel mercato bianconero. O, meglio, di quale sia la filosofia del nuovo direttore generale che, finora, è stato prudentissimo nel gestire una campagna acquisti che ha dato a Tudor il parametro zero Jonathan David e l’economico Joao Mario (se non altro perché il suo costo non supera l’incasso per Weah che va a sostituire). Un po’ pochino, nonostante tutti, Tudor per primo, conoscessero le premesse di questa tiratissima estate bianconera. Il mercato, zavorrato dai costosi errori dell’anno scorso, non può contare su risorse economiche importanti e tutto dipende dalle cessioni che, però, sono difficili da fare proprio perché riguardando soprattutto gli errori di cui sopra.
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