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Juve solida, fino alla fine: Tudor e quel confortante profumo di... Zoff

Solida è l’aggettivo che calza di più alla nuova Juventus di Tudor. Non bella, ma con una sua scontrosa grazia, come certe automobili degli Anni 70 in cui la praticità prevaleva sull’estetica. E una cosa che funziona, brutta non può essere. E la Juve funziona. Funziona come può funzionare una squadra al 16 di agosto, dopo appena tre settimane di ritiro: serve ancora oliare i meccanismi e tutto può (e dovrà) viaggiare a velocità un po’ più alta, ma paga, e non poco, la continuità tecnica data dal non aver rivoluzionato la rosa e aver confermato Tudor. A una settimana dall’inizio del campionato, la Juventus è pronta, ha un’identità tattica scabra ma precisa, ha una formazione titolare in cui ogni giocatore ha un ruolo e compiti definiti (salto di qualità pazzesco rispetto all’anno scorso), non ha un gruppo da costruire e amalgamare, che è l’altra faccia della medaglia di un mercato fin qui parco. C’è anche l’altra, per carità, quella delle cessioni faticosissime, del caso Vlahovic (che intanto segna...), dei pezzi mancanti sulle fasce a e centrocampo (dando per scontato l’arrivo di Kolo Muani in pochi giorni). Ma questo avvalora ancora di più la vittoria di ieri, il lavoro di Tudor e la solidità della Juventus, visto che nelle prossime due settimane può solo migliorare.

La Juve ritrova se stessa e il suo spirito

Non è una squadra da scudetto, ma è una squadra che può stare in alto senza problemi, magari aspettando passi falsi altrui, comunque senza soffrire per conquistare il quarto posto, ma soprattutto è una squadra che sa lottare e che molto probabilmente lotterà, con piglio molto bianconero, fino alla fine. Non è poco, anche per tifosi abituati a vincere, ma che ultimamente si sarebbero accontentati di vedere una squadra in grado di difendere il proprio onore, al di là del risultato. La Juve, per lo meno quella che si intravede dalle amichevoli, sta ritrovando se stessa e il suo spirito: se i prossimi mesi confermassero questa impressione, il passo in avanti rispetto all’ultima stagione sarebbe clamoroso e potrebbe essere il trampolino per costruire qualcosa di veramente juventino.

Juve, Tudor sulle orme di Zoff

Anche perché Jonathan David, al di là della spettacolare rovesciata, pare uno tosto; Yildiz sembra pronto a decollare in modo prepotente; Conceiçao è un giocatore raro; Bremer il leader clamorosamente mancato. Vedere gli stessi giocatori di un anno fa con maggiore sicurezza, padronanza del campo e fiducia è la conferma di un naturale processo di maturazione che Tudor asseconda con la saggezza che fu di Dino Zoff, anche lui allenatore di una Juve di transizione, che si fece amare non solo per le due coppe (Italia e Uefa), ma per come ricostruì l’idea bianconera di squadra.

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