Si fa la conta dei dettagli che mancano, non più quella dei milioni che servono. Eccola qui, la grande differenza sul fronte Douglas Luiz, il fronte su cui la Juve sta lavorando in maniera più evidente, chiara, forte in queste ultime ore. Anche ieri c’è stato un contatto diretto per mettere definitivamente in discesa la cessione in direzione Nottingham Forest. E nel ring virtuale, due pesi massimi, cioè gli uomini alla guida dei due club. Da una parte Evangelos Marinakis, patron dei Tricky Trees, dall’altra Damien Comolli, direttore generale bianconero. Un modo per mettere a punto, cioè concretizzare, il proficuo scambio di informazioni e offerte dell’ultimissimo periodo, quello in cui il Nottingham ha scelto di procedere con decisione sul brasiliano, rimesso strategicamente in vetrina dalla Juve dopo il caso dell’arrivo in ritardo al raduno dello scorso 24 luglio.
L'ultimo tentativo di Tudor
Nonostante Igor Tudor abbia deciso di testarlo, di lavorare anche a una nuova posizione - l’ex Aston Villa era stato provato a ridosso della punta, trovando inoltre il gol nel test in famiglia contro la Next Gen -, la possibilità che Luiz potesse rimanere non è mai stata concreta, perché fondamentalmente non è mai stata contemplata da nessuna delle parti in causa. Douglas ha mantenuto rapporti discreti con tutti, tecnico e gruppo compresi, ma in Italia non si è mai sentito ben considerato. E le esclusioni dell’ultimo periodo, specialmente al Mondiale per Club, in cui si sentiva in buona forma e ambiva perciò a un minutaggio più ampio, l’hanno infine portato ad avere una sola alternativa per rimettere in piedi la sua carriera, specialmente con il Mondiale (per Nazioni) alle porte, ancora negli Usa.
L'unica scelta: tornare in Premier
Ecco: la scelta da fare, l’unica possibile, era andare via. E magari tornare nel campionato che più di altri l’ha consacrato. In Premier tutti ricordano le gesta con la maglia dei Villans, e quando c’è stata l’opportunità di approfondire, sia il Forest che l’Everton - da cui sono arrivati segnali di apertura fino alla fine - hanno tastato il terreno per comprendere i reali margini della trattativa. Pure qui: la Juve è stata di una chiarezza unica. Per evitare minusvalenza, avrebbe chiesto una cifra vicino ai 40 milioni di euro. Ed è sempre rimasta elastica sulla formula, purché l’eventuale titolo temporaneo venisse accompagnato da una successiva cessione a titolo definitivo, praticamente da un obbligo di riscatto. A ogni modo, tra Marinakis e Comolli si è discusso delle formalità dell’affare, di come portarlo alla naturale conclusione, soprattutto dopo il lavoro di avvicinamento svolto la scorsa settimana.
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