“L’aspetto tecnico, quello economico, quello del gruppo”. Sulle pagine di _Tuttosport_, il direttore Guido Vaciago si sofferma così sul possibile addio di **Manuel Locatelli alla Juventus**. Per ora il club bianconero ha respinto l’assalto dell’Al Ahli, pronto però al rilancio: “Locatelli è indubitabilmente juventino - si legge sul quotidiano torinese -. È indubitabilmente un professionista. E undici milioni netti a stagione sono indubitabilmente una cifra mostruosa. Ognuno può mischiare questi tre elementi come vuole per trarne la sua conclusione e il bello è che tutti hanno ragione. \[…\] Diciamo solo che, nel caso si accetti un’offerta economicamente spropositata, si potrebbe evitare il video emozionale e il post romantico tentando una mistificazione dell’umanissima scelta di guadagnare di più. \[…\] Proviamo, quindi, a vedere il tutto dal punto di vista di Damien Comolli che ha tre livelli ai quali analizzare la cosa.
Il primo è strettamente economico: per cedere un titolare (anzi, il capitano), la cifra deve essere congrua. Il secondo livello è quello tecnico: quanto perde, il potenziale della Juventus, con la cessione di Locatelli? Molto, ma non così tanto da non poter rimediare. Il terzo livello proviamo a definirlo umano’ per sintesi, ma riguarda tutto ciò che attiene alla creazione di un gruppo forte all’interno dello spogliatoio della Juventus. La Juve, negli ultimi anni, ha progressivamente perso tutti i giocatori in grado di formare quel tipo di gruppo.
Ed è sul terzo punto che i dirigenti della Juventus possono farsi cogliere da un dubbio sulla cessione di Locatelli. Dubbio che, però, è spazzato via dalle condizioni finanziarie in cui operano. Semmai, il problema resta quello di sempre: quei soldi vanno investiti bene, altrimenti non ha senso sacrificare il capitano della Juventus e gli ultimi barlumi di romanticismo che tengono in vita la passione dei tifosi”.