Suona più o meno così: "Li sentiamo piangere a Torino. Federico, è venuto per vincere. Due parole con Arne Slot e ha detto 'ciao'. Vaff... Juve, sono uno della Kop adesso". È il nuovo coro della curva del Liverpool (la Kop, appunto) e, quarant’anni dopo l’Heysel, suona stonato per molte orecchie. Comprese quelle di molti tifosi del Liverpool, come ha scritto The Athletic in un lungo articolo pubblicato lunedì, qualche giorno dopo il primo gol in Premier dello stesso Chiesa, reduce da una stagione non esattamente brillante, ma con la speranza di azzeccare la seconda. Ovviamente, il problema, qui, non è Chiesa, ma gli insulti della curva del Liverpool alla Juventus. Per carità, robetta in confronto alle infamie contenute nei canzonieri delle curve; un “vaffa” oggi è davvero poca cosa. Ma arriva da Liverpool e questo cambia tutto, perché quella ferita di quarant’anni fa non si è mai rimarginata. Tant’è che non tutti i tifosi del Liverpool sono a loro agio con quell’insulto alla Juventus.
Chi furono i veri responsabili della tragedia dell'Heysel
Il che può portare a una riflessione. Quarant’anni dopo la tragedia dell’Heysel, la curva della Juventus, al 39’ di ogni partita, intona il coro “Odio Liverpool”, che è un modo per non dimenticare mai le vittime del 29 maggio 1985, ma finisce anche per tenere vivo un risentimento che, forse, quarant’anni dopo qualcuno elabora in altro modo. Chi conosce la storia dell’Heysel, sa benissimo che i veri responsabili di quel massacro sono le autorità belga e l’organizzazione di quella finale: commisero tutti gli errori che potevano commettere in una sequenza infernale di superficialità, incompetenza e stupidità. Perché se, in uno spicchio di una curva, ci sono i famigerati hooligan del Liverpool, noti ovunque per la loro violenza, separati da migliaia di spettatori “normali” con una rete posticcia, simile a quelle che delimitano i pollai, il problema è chi ha organizzato tutti più degli hooligan. Poi, certo, sono stati gli inglesi, pieni d’alcol (reperito con grande facilità a Bruxelles), a caricare gli spettatori che, spaventati, hanno rinculato in modo spaventoso, provocando la morte dei trentanove per schiacciamento, soffocamento o per il crollo del muretto del fatiscente stadio Re Baldovino (la cui scelta per la finale era stata un’altra grande idea dell’Uefa).
Rabbia, risentimento e odio non servono a nulla
Nel corso degli anni, Juventus e Liverpool, intese come società, hanno sempre cercato di non alimentare odio fra le due tifoserie (gli inglesi non sono mai mancati alle celebrazioni del 29 maggio), ma è inevitabilmente umano che quel ricordo sanguini ancora e che la ricerca di un colpevole in una vicenda così assurda possa produrre anche rabbia. Purtroppo, però, la rabbia, il risentimento, l’odio sono terreni pericolosamente fertili per altre potenziali tragedie. Ed è per questo che il coro del Liverpool mette a disagio chi, da entrambe le parti, ha provato la strada della riconciliazione, anche per onorare solo con l’amore il ricordo delle vittime del 1985. Insomma, anche se probabilmente molti di quelli che frequentano oggi la curva del Liverpool, dell’Heysel hanno solo sentito parlare, quel coro è sconveniente, perché non è necessario alimentare altra acrimonia. E dovrebbero saperlo bene proprio i tifosi del Liverpool, vittime, come quelli della Juventus, dell’infame destino di essere bersagliati dalla rozza idiozia delle altre tifoserie che inneggiano stupidamente alla tragedia di Hillsborough in cui persero la vita 96 tifosi del Liverpool.
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