Un saluto rapido e “grazie a tutti”. Nella tarda mattinata di ieri, Douglas Luiz è partito dallo scalo privati dell’aeroporto di Caselle per raggiungere Nottingham, lì proverà a riprendere il discorso interrotto con la Premier League. Alle spalle si lascia un tappeto fitto di punti interrogativi, di quello che avrebbe potuto essere e non è stato. Solo un anno fa arrivava alla Juventus con l’etichetta del grande acquisto in grado di cambiare volto e gerarchie della mediana bianconera: ne sono seguiti problemi fisici, incomprensioni e – dulcis in fundo -, la mancata risposta alla convocazione per l’inizio della nuova stagione. Un unicum nella storia recente del club, una mossa a segnare una frattura talmente ampia che anche gol e prestazioni convincenti del pre campionato non hanno contribuito a rimarginare. Zainetto in spalla, Douglas Luiz entra in aeroporto, gli automatismi fanno aprire le porte che immediatamente si chiudono alle sue spalle. Nessuna porta girevole e sembra l’immagine del mercato della Juventus in questo momento. Quella del brasiliano non è un’uscita che sblocca immediatamente un’entrata nello stesso reparto, nessun nesso consequenziale. Non che non sia stato argomento di discussione, anzi: in quegli appunti strategici, condivisi da Comolli e Tudor, tra i primi punti si palesava l’idea di un colpo importante per rinforzare la mediana. Ma si sa, il corso d’acqua del calciomercato scorre forte come un fiume ingrossato e incattivito dalle piogge, le sponde precedentemente delimitate sono friabili come argilla e, da un giorno all’altro, la direzione può cambiare drasticamente.
Juve, la situazione a centrocampo
In mezzo ai tanti nodi da sbrogliare, la questione centrocampista ha perso sempre più il senso d’urgenza mentre, al contrario, si fa strada l’idea che si possa anche restare così come si è. Intanto, in Inghilterra O’Riley guarda sempre meno il telefono, in attesa di aggiornamenti da Torino. Per giorni ha atteso la chiamata che lo invitasse a fare le valigie, ma il guardaroba resta pieno, fuori dalla finestra vede ancora il mare della Manica e pronta da indossare c’è la divisa del Brighton. Nessuna intesa sulle cifre tra Juventus e club inglese e, al momento, nemmeno l’urgenza di accelerare per trovare un accordo. Contestualmente, nessun cambio di gerarchie: se le quotazioni di O’Riley scendono, non si registrano rialzi sul fronte Hjulmand o Kessie, oppure Bissouma. E nemmeno cambi di strategia improvvisi che comprendano la pazza idea Rabiot. Si riparte dall’usato assicurato, dalla coppia ormai consolidata formata da Locatelli e Thuram. E con un Koopmeiners che prova a ritagliarsi il suo spazio, insidiando lo slot al fianco del francese, provando a scrivere una storia diversa rispetto a quella di Douglas Luiz. Nelle rotazioni torneranno utili anche Miretti, McKennie e, se non dovesse partire in prestito, anche Adzic, provato a centrocampo da Tudor durante il pre campionato, ruolo già ricoperto anche in Next Gen. Intanto, Arthur va via: il club bianconero ha dato l’okay alla cessione in prestito del brasiliano. Che ripartirà da casa sua, stavolta.
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