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"Quando ho sentito Locatelli ho pensato le stesse cose. Juve, ho imparato questo"

"Scudetto, io d'accordo con Braghin"

Per la prima sarete impegnate su ben cinque fronti: c’è un percorso a cui tenete più di tutti?

«Giocheremo ogni partita di ogni competizione per vincere, ma se devo dirne uno è lo scudetto, anche perché confermarsi è sempre più difficile e questo dà ancora più valore al trofeo. La Champions è qualcosa che vogliamo aggiungere, perché lo scorso anno ci ha dato tantissimo inizialmente e la realtà è che anche il girone ci ha dato buoni segnali».

Le piace la nuova formula mutuata dal maschile?

«Mi piace perché affrontiamo più squadre in partita secca e questo cambia il piano gara e rende la competizione più imprevedibile. E mi piacerà ancora di più se riusciremo a passare il girone, ovviamente».

Braghin ha detto che, per lo scudetto, non siete le favorite: è d’accordo?

«Sono d’accordo nel senso che non posso dire che siamo favorite, solo che giocheremo sempre per vincere. In questa nuova formula a 12 squadre gli scontri diretti valgono di più e questo significa un campionato più equilibrato: l’Inter si è rinforzata, sappiamo quanto una novità come sta vivendo la Roma possa rinnovare l’entusiasmo, il Milan ha dato continuità a un ciclo importante, la Fiorentina ha tante scandinave che riescano sempre a incidere nel nostro campionato».

Montemurro l’aveva inventata difensore centrale, con Canzi l’abbiamo vista anche tornare a centrocampo: c’è un ruolo che preferisce?

«È vero, l’intuizione di Montemurro è stata corretta e mi ha fatto scoprire un ruolo che mi piace molto. La verità è che al mister ho detto “Usami dove ti serve”, mi piace troppo quello che faccio quindi non ho una preferenza. Purché non sia sulle fasce, dove non spicco per velocità, ma quelle zone nevralgiche dove posso iniziare o “passare” il gioco mi piacciono allo stesso modo».

Come ha vissuto queste emigrazioni di italiane all’estero che hanno fortemente riguardato la Juve negli ultimi mesi?

«Caruso, Boattin e Cantore hanno dato tutto per questa maglia e quindi per quanto mi possa dispiacere, umanamente e calcisticamente, non c’è altro da fare che un grande in bocca al lupo e sperare che le cose vadano bene. Penso anche che questa sia una vittoria per il club e per Braghin che le ha prese minorenni e qui alla Juve le ha fatte crescere. Se hanno avuto la sensazione di voler fare qualcosa di diverso è giusto che la seguano, a me la Juve ha insegnato che qui si va avanti con le persone per cui il club è la priorità. Certo, mi piacerebbe che prima o poi la Juve diventasse la squadra in cui restare o una destinazione che si sceglie per arrivare al top»

È questo il suo sogno da capitana?

«Uno. L’altro è alzare un trofeo, anzi direi più di uno. E poi ho un pensiero: mi piacerebbe che tutto quello che non riuscirò a raggiungere da calciatrice lo potrò raggiungere qui in un’altra veste, quella di allenatrice. Anzi non è un pensiero, è proprio un obiettivo».

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