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Kolo Muani-Juve a oltranza: offerta Comolli, nodo clausola d'acquisto, desiderio Psg, volontà Randal

TORINO - Non se l’aspettava nessuno. O meglio: nessuno voleva arrivare fin qui, al momento in cui, tra Kolo Muani e la Juve, alla fine a resistere è il Paris Saint-Germain. Ma non come il terzo che gode tra due litiganti. Semmai come chi ha deciso di tenere il punto, di non arrendersi all’evidente necessità di un compromesso. Che sarà trovato. Che è troppo vicino per non essere agguantato. Che va però definito, altrimenti lo scricchiolio di oggi può farsi rottura in men che non si dica. E allora: pazienza. Sangue freddo. Certo, possibilmente, valutare qualche piano alternativo, però neanche lavorarci sul serio, perché sin dall’inizio l’idea era andare forte su Kolo e non si è cambiato direzione.

Il nodo della trattativa

Tutt’altro. Cosa c’è, dunque, a causare la frenata? Il nodo è legato alla clausola d’acquisto, ossia la condizione per la quale la Juventus si troverebbe poi “costretta” a comprare il giocatore, cioè a versare la somma pattuita - 45 milioni totali dopo i 10 di prestito oneroso già concordati -, che s’intreccia inevitabilmente al risultato sportivo. Almeno nell’intenzione juventina, dove si prevede la qualificazione alla prossima Champions come base necessaria per saldare successivamente il colpo. Una condizione, questa, che non basta al Paris, pronto perciò ad accettare soltanto nel caso in cui la cifra dovesse essere un po’ più alta (sui 70): dalla Francia, il quarto posto bianconero, non la considerano un’eventualità scontata. E la voglia di chiudere per sempre il discorso Muani è tanta. Così tanta da lasciare aperta ogni porta fino alle ultime battute del calciomercato: magari arriva qualcuno dall’Inghilterra, come immaginato a inizio estate.

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