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Dopo la furbata ai danni della Juventus la Fifa cambia il Var a chiamata all'istante

TORINO - Il controverso episodio di Carpi è già entrato nella storia. E il vuoto normativo emerso dal cosiddetto impropriamente "Var a chiamata" è già stato colmato. Minuto 34' di Carpi-Juventus Next Gen, in campo sabato scorso al Cabassi: tra i biancorossi, Lombardi si merita il secondo giallo della partita, per un fallo di mano (poi rivelatosi petto), e quindi il rosso. Da questa stagione ogni panchina di Serie C ha a disposizione due chiamate a gara dell'Fvs, il Football Video Support, ma l'annullamento di un'ammonizione non rientra tra le fattispecie da revisione sul campo. Come avviene con il Var, le richieste di review riguardano gol, rigore, espulsione diretta e scambio di identità. Il tecnico Stefano Cassani decide quindi di "spendere" la chiamata al video chiedendo il rosso diretto per un proprio giocatore, con l'unico obiettivo di mandare l'arbitro al monitor. L'autodenuncia del Carpi diventa così l'escamotage che ottiene, complici ovviamente delle immagini televisive lontane anni luce dalla Serie A, l'annullamento del secondo giallo a Lombardi da parte di Zago di Conegliano. Una furbata che evidenzia un meccanismo, quello dell'Fvs, tutt'altro che perfetto. Una pratica ai limiti di un protocollo che finisce per andare in corto circuito. La chiamata strategica del Carpi ha già spinto l'Aia a un inevitabile pronto intervento.

Var a chiamata: si cambia

Appena ventiquattr’ore dopo il match tra Carpi e Juventus, il designatore della Can C, l'ex arbitro Daniele Orsato, ha infatti inviato disposizioni chiare a tutti i direttori di gara: d'ora in avanti non sarà più possibile accettare richieste di review contro la propria squadra. La partita incriminata si è poi conclusa dopo un extra time lungo 13'. E con il pareggio per 1-1 ottenuto dai bianconeri proprio nei minuti di recupero, grazie al gol segnato da Alessio Vacca, il 20enne entrato a tempo scaduto e al debutto tra i professionisti. Una rete convalidata alla fine di un interminabile check. "Una volta andati sotto nel punteggio c'è stata la reazione – ha commentato nel post Massimo Brambilla –. È stata una sfida equilibrata, il pareggio penso sia il risultato corretto per quello che si è visto in campo" le parole del tecnico della Next Gen, che ha sorvolando sulla singolare chiamata dei biancorossi. Quanto visto appena fuori dal campo, invece, ha fatto in un certo senso giurisprudenza. Il challenge dell’Fvs contro la propria squadra, per costringere il direttore di gara a rivedere un diverso episodio, non da protocollo, è ritenuta una pratica contraria allo spirito della nuova tecnologia. E del fair play, giustamente: una chiamata tattica, a tutti gli effetti, che non sarà più possibile, dopo l’episodio che ha visto sfortunata protagonista proprio la Next Gen.

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