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Kolo Muani vuole solo la Juve e rifiuta proposte inglesi e arabe: il nodo col Psg e la ricetta Tudor

TORINO - Eppur si muove. Almeno qualcosina. Quantomeno la speranza. Kolo Muani-Juventus è diventato praticamente un discorso di fedeltà. E l’auspicio, soprattutto quello dell’attaccante francese, è che oggi la promessa fatta a inizio luglio non venga disattesa, non sia soltanto aria fritta. Al momento, resiste la prova d’amore di Randal: ha rifiutato qualsiasi scenario, ha detto no a un ricco contratto in Premier League e pure a una possibilità in Arabia Saudita, comunque nemmeno contemplata nell’anno in cui il centravanti vorrebbe quantomeno mettersi in corsa per provare a strappare una convocazione al Mondiale. Ma quanto durerà, quest’aggancio al treno Juve? E quanto è forte, senza una reale mossa propedeutica alla chiusura? Kolo adesso è davanti a un bivio, e da una parte c’è una scelta semplice, e dall’altra c’è una decisione più complicata. La prima lo vedrebbe rimettersi immediatamente sul mercato, alla ricerca di chi, una punta, ancora non l’ha portata a casa. La seconda invece è quasi filosofica: congelare tutto, piazzarsi metaforicamente di fianco al telefono di casa, con il pericolo che quest’ultimo alla fine non suoni mai. O che lo faccia troppo tardi. Insomma: molto dipenderà dalla sua voglia di rischiare, in un’estate in cui ad accompagnarlo è stata prevalentemente la pazienza, mica la certezza.

Kolo, la speranza è l'ultima a morire

A ogni modo, i contatti tra i bianconeri e l’entourage del giocatore sono proseguiti anche negli attimi di maggiore inquietudine, cioè quando il Psg, davanti a garanzie ritenute non adeguate, ha provato ad alzare il prezzo finale, causando una brusca frenata dopo la forte accelerata. Nell’ultima curva, perché di ultima curva si tratta, adesso l’attenzione di tutti è di non sbandare: ogni giorno che passa, Muani è sempre più un problema del Psg, e sempre meno una richiesta juventina, in particolar modo con questo Vlahovic in grado di cambiare le partite, di ritagliarsi comunque un ruolo, a prescindere dai nodi contrattuali. Di fatto, una reale necessità nel reparto attaccanti, Comolli non la registra. E Tudor, che pure avrebbe fatto (e farebbe) di tutto pur di riavare il suo numero 20, ha capito che con l’aria che tira può soltanto provare a indirizzare il vento a proprio favore, senza per questo smettere di sperare. In fondo, è proprio come aveva raccontato l’allenatore nel giorno della festa. Era metà agosto e l’ex Eintracht sembrava un passaggio formale, si discuteva dei dettagli e non dell’eventualità.

Da Nico a Vlahovic: chi può sbloccare Kolo Muani

«Non mi aspetto niente, e mi aspetto tutto. Quando si abbassano le aspettative, poi si vive meglio». O almeno si accettano le sorprese con più energia, con maggiore trasporto. Sembra questo, il piano bianconero. Per il campo, come visto già con il Parma, e poi per il mercato, sul quale nessuno ha voglia di illudersi ma non per questo si è smesso di sognare in grande. E cioè il ritorno di Kolo Muani. In questo senso, già le prossime ore e la giornata di oggi potranno risultare decisive: qualche situazione in uscita - vedi Nico Gonzalez, su tutti - potrebbe aiutare ad aumentare successivamente la proposta al Paris, lasciando però la vittoria (di Pirro) ai campioni d’Europa. Certo, chi sbloccherebbe praticamente tutto resta Dusan Vlahovic, perché a quel punto andrebbe a creare un vuoto successivamente da colmare, a generare sostanzialmente una necessità, persino impellente.

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