TORINO - Dietro ogni scelta non c'è solo un perché. Ce ne sono tanti. E ad agosto, ovviamente, finiscono per riguardare anche il mercato. Si può anche leggere così la mossa di schierare Pierre Kalulu a tutta fascia contro il Parma. Una decisione conservativa da parte di Igor Tudor, che può pure suonare come un messaggio alla società: da quella parte, insomma, qualcosa serve. Poi, però, ci sono le ragioni di campo. Kalulu, da questo punto di vista, non è solamente un giocatore affidabile, ma ha anche la virtù della duttilità. Fattore decisivo per schierarlo anche in una posizione inedita: già al Milan è stato prezioso sia da terzino che da centrale, per cui Tudor non ha avuto dubbi, pur valutando tutte le altre opzioni tra le mani. Eppure, il mancato impiego dall'inizio di Joao Mario sulla corsia di destra, era stato parzialmente anticipato anche nella conferenza stampa di vigilia della sfida contro il Parma. Proprio in riferimento agli attuali limiti del portoghese: «Ritengo sia un giocatore bravo offensivamente, ma deve migliorare nelle altre situazioni». Fase difensiva, appunto. Caratteristica che non rientra propriamente nelle corde di Joao Mario. Per questo, per iniziare il campionato, il jolly Kalulu calzava a pennello per Tudor. Meglio una coperta un po' più lunga in avvio, per poi svoltare in caso di necessità.
Kalulu-bis anche a Marassi
Le risposte del francese sono state ottime: prestazione attenta, senza sbavature e senza chissà quali pericoli corsi. Certo, nel primo tempo alla Juventus è mancata un po' di spinta offensiva, ma Tudor l'aveva messo in preventivo. Affidandosi alla fascia opposta, presidiata da Cambiaso, per tentare di squarciare la partita. Si va verso un Kalulu-bis anche a Marassi da laterale destro a centrocampo? Sì, l'orientamento dalla ripresa degli allenamenti alla Continassa pare questo. Ma vale per tutta la ciurma: il 2-0 contro ilParma merita una conferma in blocco, una fiducia rinnovata in toto (fatta eccezione per lo squalificato Cambiaso: per il suo ruolo il candidato forte è Kostic). In attesa, poi, che il mercato metta ogni cosa al proprio posto. In ogni caso, la natura delle scelte di Tudor ha un preciso scopo: dare solidità alla squadra. Un mattoncino fondamentale per crescere, per mettere radici tecniche e tattiche molto forti. L'ha specificato anche dopo il successo dell'Allianz Stadium: «Nelle prime giornate è tutto in salita per tutti, ma noi cresceremo ancora. Era importante non concedere niente, anche sui calci piazzati: siamo stati tanta roba. Se non subisci gol, poi uno o due riesci sempre a farli».
Due recuperi per Tudor
Juventus d’assalto sì, ma prima guai a concedere spazi golosi per gli avversari. La mossa di Kalulu, preferito sia a Joao Mario che a Nico Gonzalez (ma in questo caso mercato ci cova), si è rivelata azzeccata. Anche a costo di sacrificare un po’ di spinta, perché alla fine i bianconeri hanno avuto la pazienza di uscire dal guscio. Alla Continassa, intanto, Tudor ritrova due uomini. Utili per pensare al Genoa con più serenità: Mattia Perin e Nicolò Savona. Entrambi sono tornati a lavorare col gruppo e si possono considerare pienamente recuperati: irrobustiscono le opzioni di scelta per il tecnico croato e non è cosa da poco, per una Juventus che da settembre inizierà anche l’avventura in Champions League. Per Juan Cabal, invece, il semaforo resta ancora arancione, ma è tutto normale e ampiamente prevedibile: il lungo recupero procede senza soste, ma il colombiano continua ad alternare sedute coi compagni e allenamenti personalizzati. Dopo un crociato, del resto, ci vuole pazienza: il cammino di Bremer insegna. E diventa una sorta di modello da seguire anche per l’ex Verona, che confida di tornare a disposizione di Tudor dopo la sosta per le nazionali. La cautela non è mai troppa, dopo infortuni che hanno bisogno di una degenza così lunga.
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