Torino - Idee chiare, piena disponibilità dei giocatori e un ambiente che non vede l’ora di trovarsi di fronte alle novità. Cosa manca, dunque, per vedere in campo la Juventus di Spalletti? Quella sempre più simile alla sua idea di calcio, schierata con la difesa a quattro? Manca la risorsa più preziosa, il tempo. Lo ha ribadito il tecnico di Certaldo in conferenza stampa: "Difesa a 4? L’abbiamo accennata e obbligatoriamente la dobbiamo valutare. Ma ci vogliono le componenti e abbiamo bisogno di ulteriore tempo". Calendario fitto, rifiniture che si alternano a sessioni di scarico e poche ore passate sul campo a provare e riprovare finché i movimenti non vengono memorizzati. Qualcosa in più in video che, però, è evidente, non ha certo lo stesso effetto di un undici contro zero, delle partitelle a campo ridotto o di un’esercitazione attacco contro difesa. Per usare un’immagine: la Juve di Spalletti sembra essere ancora dentro la crisalide, in attesa di un colpetto qua e uno là per spaccare la corazza e diventare farfalla. Un elemento fondamentale è quindi il tempo, da ricercare a ritagli tra una partita e l’altra.
Spalletti aspetta Bremer
Da questo punto di vista, la sosta nazionali è servita molto a ricaricare le pile, ma erano troppi gli effettivi impegnati con le selezioni per poter completare il processo di cambiamento. E poi mancavano gli uomini per farlo. Solo negli ultimi giorni, Spalletti ha avuto a disposizione Kelly e Cabal, mentre aspetta il rientro di Bremer. Il centrale brasiliano ha già ampiamente dimostrato di essere a suo agio nella linea a tre; la questione è: può esserlo ugualmente a quattro? Con i compiti e l’impostazione che l’allenatore vuole dare? Per avere la risposta a queste questioni servirà il pieno recupero del difensore, per trasformare le teorie in certezze date dal campo d’allenamento. L’orizzonte, dunque, si sposta un po’ più in là, con un obiettivo fissato negli appunti: completare la transizione entro la fine dell’anno. Senza forzature e senza eccessiva fretta.
Koop e la chiave per ripartire
Una calma data soprattutto dalle prime risposte, le prime partite giocate dalla Juventus con Spalletti in panchina. Qualcosa da registrare c’è — aspetti come il giro palla da dietro, come evidenziato nel Derby della Mole —, ma non è tutto da buttare, anzi. E, ancora, la risposta più chiara e netta l’ha data Koopmeiners nella sua interpretazione del ruolo di braccetto sinistro. Per questo si può immaginare che anche contro la Fiorentina, l’olandese possa partire da lì: per essere roccioso dietro e arma in più quando il possesso è bianconero, con licenza di alzarsi, di buttarsi in mezzo al campo, di comandare i movimenti dei compagni. Sulla stessa linea, Gatti e Kalulu. La crisalide, vista da fuori, può sembrare sempre uguale: ma ad uno sguardo ravvicinato si intravedono le prime crepe, è solo una questione di tempo.
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