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Juve, svolta o disastro: Doveri sbaglia, i cori nauseano e serve una sveglia

Tanti errori più poca cattiveria più una clamorosa svista arbitrale uguale a X. La Juve è un’equazione che Luciano Spalletti non è ancora riuscito a risolvere. E, ieri sera, quando commentava la partita, aveva la faccia di uno che, magari non si è pentito, quello no, ma certamente si è reso conto che la missione assegnatagli è più difficile di quanto pensasse. La Juve non riesce a uscire dalla bolla di mediocrità agonistica e modestia tecnica nella quale è intrappolata da tre anni. Anche contro la Fiorentina il minestrone calcistico di passaggi sbagliati, difficoltà a concludere l’azione, imprecisione al tiro è stato condito da una prestazione senza personalità. Non può non essere chiaro ai giocatori che la «lotta scudetto», ambizione dichiarata da Spalletti e condivisa da tutti, può sfumare nel giro di tre settimane, al ritmo di un punto a partita e, soprattutto, non possono fare finta che, giocando come ieri, riusciranno a centrare i playoff in Champions, minimo sindacale messo in conto, anzi nei conti, dalla società. E, a fronte di una situazione da raddrizzare senza andare troppo per il sottile, offrono una prestazione giochicchiante e un’aggressività tiepida.

Così la stagione finisce male o malissimo

Così, è inutile girarci intorno, la stagione finisce male, forse malissimo. A un terzo del campionato, la Juve ha una media punti che le consentirebbe di arrivare a 61/62, quota che, con molta fortuna, darebbe l’accesso alla Conference League, altro che Champions. E il combinato disposto di un settimo posto e del mancato accesso agli ottavi di Coppa causerebbe un danno economico di 100/120 milioni, bruciando l’aumento di capitale appena sottoscritto dai soci. Attenzione, questo non è catastrofismo, ma una fotografia spietatamente a fuoco della situazione: anche se è ancora novembre, la Juve ha già le spalle al muro. E i giocatori devono trovare dentro di sé la forza di svoltare, scovando da qualche parte la personalità e il carattere che ieri non si sono visti. Spalletti può aiutarli, può avere buone idee (Koopmeiners difensore sta rinascendo, molto lentamente, ma sta rinascendo) e offrire la sua esperienza, ma non c’è tempo di lavorare, le partite incombono e adesso sono tutte decisive; non sarà uno schema in più o una soluzione tattica a salvare la squadra, devono reagire i giocatori e uscire dal torpore calcistico, che ieri non ha consentito loro di battere l’ultima in classifica. È un segnale sinistro se il migliore in campo è Kostic.

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