C ’è tempo per tutto, e forse questo è quello giusto per alzare un po’ di più la voce. Se lo augura - e nemmeno poco - il popolo juventino, tra social e bar, tra piazze e caffè. Il motivetto è lo stesso e fa il verso a chi sostiene da anni il contrario: le sviste arbitrali iniziano ad avere un peso nell’economia della stagione bianconera, e troppe occasioni perse hanno pure il retrogusto amaro della beffa. In fondo, se si è già fatto tema pressante alla dodicesima giornata, qualcosa vorrà pur dire. E infatti, praticamente in serie: la direzione di Chiffi in Genoa-Juventus di fine agosto, la gomitata di Orban a Gatti con il Verona, il rigore (comunque) dubbio di Kelly su Gimenez in Juve-Milan. Basta? Forse a drizzare le antenne. A rendere ulteriormente comprensibile la furia popolare arrivano gli ultimi due episodi e soltanto per un discorso cronologico. Il primo, a Roma, ultimi battiti dell’era Tudor: al minuto 60,Conceiçao cade in area di rigore a seguito di uno step on foot - cioè, un pestone - di Gila sul portoghese. Gli juventini protestano e in maniera vibrante. Risposte? Nessuna.
Il rigore negato a Firenze
La partita terminerà 1-0 per i biancocelesti e sarà la prima sconfitta di Igor, uno dei passaggi cruciali per convincere poi Comolli a cambiare la guida tecnica in favore di Spalletti. Che al debutto, a Cremona, si era fatto immediatamente ammonire per proteste, in seguito all’intervento di Vardy su Gatti propedeutico per la rete dell’ex Leicester. Lì, sì, tutto buono. A Firenze no, non proprio. Intanto per la questione cori, ma poi per l’arbitraggio di Doveri e per l’episodio clou che inevitabilmente macchia tutto il resto. Succede al 16’, e succede questo: Vlahovic si libera con un tacco sontuoso della marcatura stretta, strettissima di Marì, costretto perciò ad atterrarlo. Il fischietto di Roma non perde tempo e assegna il rigore. Poi Var, il fare che si fa disfare, e addirittura finisce per trasformare: fallo in attacco e quindi colpa di Dusan. Il motivo? Andando a rivedere le immagini, il frame che incastra l’attaccante sembra portare Doveri a pensare che sia proprio l’attaccante bianconero ad aprire le danze delle irregolarità. Ecco, ragionando sempre di frame, e però di altri, si nota come quello di DV9 sia un tentativo di rispondere al primo intervento - falloso - del centrale viola. Poi il tocco di Vlahovic. Quindi quest’ultimo atterrato in area.
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