INVIATI A BODO - Si cambia. Per l'obiettivo che Luciano Spalletti aveva dichiarato al fischio finale di Fiorentina-Juve: «Ho bisogno di 18/20 titolari, per cui devo dare fiducia a tutti». Detto, fatto. E si parte dal ruolo del portiere, gestito in maniera molto simile a quanto fatto in passato da Igor Tudor: contro il Bodo/Glimt gioca Mattia Perin. L'ha aiutato nella transizione nei primi giorni, è un leader dello spogliatoio e offre ampie garanzie. Dunque, turno di riposo per Michele Di Gregorio. Non certo per una scelta punitiva: non è stato irreprensibile in occasione nel gol di Mandragora, ma poi ha salvato la Juve dal capitombolo con una super parata su Kean. Semplicemente Spalletti vuole due portieri pronti, sempre. A prescindere dalle gerarchie, che restano scolpite nella pietra: il titolare è Di Gregorio, il dodicesimo è Perin.
Dentro Perin, fuori Yildiz
Pazienza se il ruolo di riserva si addice poco al calcio moderno, ma la sostanza in questa posizione non cambia. Il classe '92 firma la seconda presenza stagionale in Champions League dopo quella contro il Villarreal. Fu decisivo nel primo tempo con due parate importanti, ma ha sulla coscienza l'uscita a vuoto che ha regalato agli spagnoli il calcio d'angolo del gol di Renato Veiga. Perin si prende la porta con Spalletti per la prima volta: ha un'occasione notevole da poter sfruttare, ma sabato contro il Cagliari la titolarità torna ad essere di Di Gregorio, di sicuro l'ultimo dei problemi di casa Juve. Il tecnico non ha svelato tutti i segreti della formazione anti Bodo/Glimt, ma ha ammesso che qualche cambio ci sarà: uno di questi potrebbe coinvolgere anche un intoccabile come Kenan Yildiz. Il dubbio che possa riposare questa sera, almeno dall’inizio, c’era già prima di sentire le parole dell’allenatore bianconero, che però hanno rafforzato tale ipotesi: pure Spalletti non rinuncia facilmente al gioiello turco, ma già a Cremona aveva saltato la partita di campionato per recuperare appieno dal problema al ginocchio. Stavolta c’è e potrebbe trasformarsi nell’arma da ultimi 20/30 minuti per spaccare la partita: un ruolo che, nelle riflessioni del tecnico di Certaldo, non sarebbe meno importante.
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