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Cambiaso e la Juve a Bodo: "Non mi capitava dai miei 17 anni". Poi il consiglio di Vicario

INVIATO A BODO - I ragazzi si sono guardati negli occhi, si sono parlati e hanno capito che bisogna seguire la linea dettata dall’allenatore: Luciano Spalletti ha chiesto di alzare il livello e una presa di coscienza, con un senso di responsabilità che il gruppo - parola dello stesso tecnico di Certaldo - ha dimostrato di avere. Ad Andrea Cambiaso non piace la parola «pressione» perché in fin dei conti lo spogliatoio bianconero non ha bisogno di addossarne più di quelle che già esistono, di natura, quando indossi la maglia della Juventus. E sulla qualità e sull’ottimo stato di salute del gruppo ha garantito proprio Spalletti, evidenziando quanto quel silenzio di Firenze sia servito per poter ripartire, insieme. «Il mister prima di Firenze – argomenta Cambiaso alla vigilia di un match fondamentale per tanti motivi - ha fatto un discorso molto bello in cui ha detto che il dovere ti incatena mentre la volontà ti libera: è un concetto davvero molto importante. Quel silenzio nello spogliatoio di cui si è tanto parlato era più per la prestazione che per il risultato in sé: al di là del pareggio finale, sapevamo di essere stati al di sotto del livello che possiamo e dobbiamo raggiungere. Poi, se dobbiamo ritornare sull’approccio che abbiamo avuto nel secondo tempo contro la Fiorentina: ne abbiamo parlato con il mister e sappiamo che non è stato quello giusto".

Cambiaso alza l'attenzione: "Sarà durissima"

La reazione deve arrivare dalla squadra stessa perché, come sottolineato da Spalletti, il motore Juve dispone, sulla carta, di molti più cavalli di quelli finora mostrati sul campo. E il gruppo bianconero, parola di Cambiaso, sa quanto la trasferta nel gelo norvegese sia già cruciale per la stagione juventina, quantomeno per il percorso europeo che non è meno importante di quello in campionato, anzi. Una presa di coscienza che il terzino sintetizza così: "Mi piace di più la parola consapevolezza rispetto al termine “pressione”: sappiamo che il margine di errore è molto basso, siamo perfettamente consapevoli del fatto di essere chiamati a fare tutto il possibile per vincere questa partita, sapendo che non sarà semplice per nulla". A cominciare dalla latitudine dello stadio nel quale si disputerà la sfida: "Sarà un’altra cosa, non paragonabile con altre: è diverso per le condizioni climatiche estreme, sarà durissima, ci siamo preparati al meglio. Ci sarà proprio una differenza è proprio a livello fisico, respiratorio, di forza nelle gambe, anche nelle scarpe da usare: ci sono da considerare davvero tante cose diverse: pensate che io non gioco sul sintetico dagli allievi nazionali del Genoa, quando avevo 17 anni. Uno dei problemi che dovremo essere bravi da saper affrontare è proprio quello delle condizioni climatiche, che non dipendono da noi, ma saremo chiamati a trovare soluzioni. Dobbiamo compensare in qualche altro modo sapendo che i nostri avversari sono molto più abituati a giocare su questo tipo di superficie e in determinate condizioni climatiche".

Il paragone con la Norvegia

Da azzurro, Cambiaso ha vissuto da vicino anche il confronto con il calcio norvegese a livello di Nazionali: un raffronto che, nelle ultime due sfide dirette sul campo, è stato impietoso. Senza entrare nei dettagli, il terzino bianconero si è limitato a evidenziare come quella di stasera sia una partita a parte, da non rapportare a ciò che è successo tra Norvegia e Italia nelle qualificazioni ai prossimi Mondiali: "Sul rapporto tra calcio norvegese e italiano possono dire che loro hanno vinto entrambe le partite, ma questa è un’altra storia...". Ci sono passate diverse squadre, anche italiane, e spesso hanno incontrato enormi difficoltà nella tana del Bodo/Glimt: "Ho parlato con Vicario in Nazionale, perché ha giocato qui con il Tottenham e mi ha confermato le difficoltà che rischiamo di affrontare". Per la Juve non è l’ultima spiaggia, ma non si va tanto lontani: il gruppo ne è consapevole, ora dovrà farlo vedere sul sintetico ghiacciato.

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