Evidentemente non bastava il pari indigesto di Firenze contro l’ultima della classe: a macchiare ulteriormente il weekend bianconero ci ha pensato l’ultima puntata del genere più temuto, quello dei rimpianti. Sì, perché mentre la squadra di Spalletti, delusa e spaesata, scendeva sul sintetico di Vinovo per la seduta di scarico, tre prodotti della Next Gen - costretti troppo presto a salutare Torino per far respirare il bilancio - brillavano contemporaneamente in tre diversi angoli d’Europa. Savona ha scelto uno dei teatri più prestigiosi per lasciare il segno, Anfield Road, spedendo in porta sotto la Kop la palla del 2-0. Il gol che, di fatto, ha spezzato le gambe al Liverpool, indirizzando il match di Premier in favore del Nottingham Forest.
Juve, sacrifici giusti?
Subito dopo è toccato a Matias Soulé in quel di Cremona, dove ha stappato la gara con l’ennesima perla di sinistro da fuori area. Per ultimo, Dean Huijsen, protagonista del 2-2 del Real ad Elche contro la formazione di Sarabia. Tre gol diversi, ma tutti decisivi, a completare un triangolo geografico di 773.000 chilometri quadrati, utile per rispolverare il solito interrogativo: perché questi ragazzi riacquistano valore, fiducia e status lontano dalle mura della Continassa? Ma soprattutto, se sono stati “sacrificati” per poter finanziare gli ultimi tre mercati in entrata, siamo davvero sicuri che chi sia arrivato al loro posto possa ritenersi migliore? Il caso Huijsen, tra questi, resta il più emblematico e discusso - se vogliamo - in virtù della sua svendita al Bournemouth per appena 20 milioni.
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