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Masterclass Yildiz, Juve viva! Spalletti dà la scossa e può sorridere ma resta quel clamoroso punto debole

INVIATO A BODO - Un bagliore nel cielo del nord e no, non si tratta dell’aurora boreale: Yildiz entra e tira fuori la Juve dal freezer di Bodo e soprattutto dai guai. Non guarisce tutti i mali della squadra bianconera, ma in fin dei conti stavolta va bene così: serviva vincere e poco importa il come. Contano, eccome, i tre punti che tengono vive le speranze di accesso alla fase successiva della Champions League. Spalletti può sorridere dopo essere salito sulle montagne russe sottozero dell’Aspmyra Stadion: la Juve è sotto, si risolleva e passa davanti, rischia la beffa e poi esplode di gioia in pieno recupero. E Yildiz è taumaturgico nello scongelare prima Openda e poi David, mettendo pure lo zampino nel secondo gol bianconero, quello di Mckennie. Ma che paura nel primo tempo: Spalletti ci ha lavorato e ci lavorerà ancora, ma le situazioni da palla inattiva restano un clamoroso punto debole della squadra, già nell’era Tudor. Il gol del vantaggio del Bodo/Glimt nasce dall’ennesimo errore a palla ferma: che si tratti di una disattenzione individuale o di una falla nel sistema, non modifica il risultato perché Blomberg parte da appena fuori dall’area totalmente indisturbato.

Juve, primo tempo da dimenticare

Nessuno lo segue, per cui l’esterno offensivo è libero di tagliare verso la porta, in un movimento cestistico, senza che nessuno se ne accorga, almeno fino a quando il pallone gli finisce sul sinistro, a due passi da Perin: tutti concentrati a guardare la sfera color evidenziatore e nessuno a preoccuparsi dell’uomo libero, un film già visto troppe volte quando gli attori protagonisti sono i bianconeri. Vantaggio più che meritato, dei ragazzi in giallo, e la Juve non può nemmeno aggrapparsi all’alibi delle condizioni meteo avverse: la nevicata è finita a una manciata di minuti dal fischio d’inizio e non c’è nemmeno il forte gelido vento del nord a soffiare come solo qualche ora prima. In un brutto primo tempo dai troppi errori tecnici, qualche folata qua e là di Conceicao alimenta un po’ di speranza, però è innegabile che a far la partita sia il Bodo/Glimt con la sua rapidità di pensiero e precisione d’esecuzione nelle ripartenze. Di contro gli scandinavi concedono qualche spazio, tuttavia sfruttato male: leggasi tempo di gioco perso da Openda lanciato verso l’area di rigore avversaria. Chico ci prova col tiro a giro di sinistro e pure con l’assist per la testa di Adzic, ma la fortuna non lo aiuta: ecco, sembra più un’estemporanea ricerca dell’invenzione personale che un corale e organizzato meccanismo, come invece pare essere il Bodo/Glimt che avrebbe pure potuto raddoppiare nei 45’ iniziali, ma che non può recriminare per un calcio di rigore perché il tocco di mano di Locatelli non è punibile per regolamento e infatti il Var lascia correre.

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