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Contava vincere e la Juve lo ha fatto: il come non conta. Il diamante Yildiz e l’anello da costruire

Andava vinta e la Juve l’ha vinta. Il come non conta, non in questo momento, nel quale mettersi a distillare gli aspetti tecnici della vittoria sarebbe un esercizio fine a se stesso. Contava vincere e la Juve ha vinto, ha fatto cioè quello che quest’anno le è riuscito pochissimo e, allo stato attuale, non importa che si sia messa nelle condizioni di dover compiere un’impresa per battere il Bodo Glimt, consentendo ai norvegesi di giocarsela alla pari. Insomma, sterilizzata dai tre punti, la partita rimette in evidenza tutti i problemi della Juve di quest’anno: la qualità e la personalità dei singoli, in questo momento, entrambi non sufficienti. Il lavoro di Spalletti si intravede, c’è qualcosa nel modo di esprimersi più convincente, ma continuano gli strafalcioni: Openda, nel primo tempo, compie una sequenza di errori che sfiorano il comico (l’autolancio che finisce in tribuna è sicuramente fra questi); Adzic è irritante nel estraniarsi dalla partita e, più in generale, la Juve dà la sensazione di sentire più del solito il peso della responsabilità, quel sentire negativo che ha frenato finora i bianconeri.

Juve, contro il Bodo l'ha vinta Yildiz, o quasi

Poi - per fortuna del popolo juventino - c’è la ripresa, in cui la Juve lotta e, come belva ferita, riesce a trovare le energie anche per il terzo gol nei minuti di recupero. Era da vincere e l’ha vinta. Deve fare altrettanto con le prossime, creare una striscia che possa avvolgere le insicurezze del gruppo. Una strsicia di vittorie e basta. Per chi non lo avesse capito, infatti, la Juve più recente rischia di fallire su tutti i fronti, creando un immane danno economico e sportivo e per uscire da quel pantano non importa quanto ci si debba sporcare. Andava vinta e l’ha vinta Yildiz, o quasi. Il migliore giocatore della Juventus, uno dei pochissimi che avrebbe trovato spazio nel ciclo dei nove scudetti, inizia in panchina, poi entra nella ripresa e ribalta il bislacco destino che si era scelta la Juve più confusa della stagione (temperatura e terreno come parziali giustificazioni). Il fatto che il fisiologico periodo no di Yildiz sia coinciso con un periodo no della Juventus è la lampante distrazione del suo valore e della necessità di costruirgli una squadra intorno, una squadra con un po’ più di esperienza e un po’ più di qualità. Se hai un diamante, deve incastonarlo nel migliore dei modi.

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