Elimoghale non corre: danza. E un nome che sembra essere una premonizione: Destiny. Ogni tocco, ogni scatto, sembra scritto da un destino che conosce già il finale. Nel caldo di Doha, ai Mondiali U17, ha illuminato un sogno azzurro ancora acerbo, chiudendo al terzo posto la rassegna iridata. Sotto età, sopra la media: l’Italia ha scoperto un talento. Con la Juventus, poi, quel talento diventa scintilla, promessa, futuro. C’è qualcosa nei suoi movimenti che parla di coraggio, di libertà. Forse è l’eco di Leao, forse l’ombra di Neymar: lui li osserva, li studia. Ma il resto è tutto suo, autentico, sorprendente. Predestinato, dicono in molti. Lui sorride, abbassa lo sguardo, e ripete: "Penso solo a migliorare".
Elimoghale e il talento in Italia
'In Italia non ci sono più giovani talentuosi'. Una frase che si sente spesso, pronunciata da chi, forse, non riesce a guardare oltre o non ha mai guardato il calcio giovanile: "Ci sono tantissimi ragazzi forti, magari solo meno visibili". A dirlo è proprio il classe 2009 della Juventus a SkySport Insider. E il segreto di chi ha vestito l'azzurro è quello di "aver avuto l'occasione di dimostrarlo: lavoriamo tanto, siamo affamati e ci sosteniamo. Quando ti senti parte di un gruppo è la normalità e così anche il talento viene fuori più facilmente". E a chi gli chiede se i giovani debbano avere più spazio, lui risponde: "I giovani hanno tanto da dare e meritano spazio per crescere e dimostrare le loro qualità. Opportunità e non regali. Bisogna distinguere tra giocatori forti o meno, a prescindere dall'età".
L'Italia e i Mondiali U17
Poi Elimoghale racconta delle sue sensazioni sui Mondiali U17: "Ti senti al centro del mondo. Come lo viviamo? In modo normale: ridiamo, ascoltiamo musica e stiamo insieme, ma allo stesso tempo sentiamo forte la responsabilità di rappresentare il Paese. Tutto questo ci ha unito ancora di più e in campo si è visto". Sul percorso fatto: "Non avevo dubbi sul fatto che il nostro gruppo fosse forte e che avremmo fatto bene in campo. Fin dall’inizio, con grande umiltà, siamo sempre stati consapevoli del nostro valore e di poterlo dimostrare contro chiunque". Sul vestire la maglia azzurra: "Orgoglio e responsabilità. È come se ti ricordasse da dove vieni e quanto devi dare per onorarla".
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