Il caso plusvalenze: dal Napoli a Roma e Lazio
Il caso più clamoroso e doloroso per i tifosi, tuttavia, rimane quello delle plusvalenze, con il rinvio a giudizio di De Laurentiis nel silenzio più assoluto della giustizia sportiva e delle nostre istituzioni. L’invito a “non lasciare tracce”, la trattativa in cui si cerca disperatamente di trovare qualche nome adatto per raggiungere una determinata cifra, le parole inequivocabili dei ragazzi (non) coinvolti non sono stati sufficienti per Chinè, nessun elemento di novità tale da configurare una possibile revocazione magari in nome della slealtà sportiva, in gran voga quando questa procedura era toccata alla Juve. Nulla di nulla, udienza tra un annetto, anche la trattativa Manolas Diawara dimenticata, media e istituzioni in silenzio. Ancora più anomalo il caso della Roma, che non è mai stata neanche deferita, dimenticata a suo tempo da Consob e Covisoc nonostante la presenza in Borsa anche dalla società giallorossa e una dozzina di operazioni contestate: qui siamo ancora in attesa dell’udienza preliminare, mentre la Procura federale ha ritenuto di non coinvolgere anche la squadra della Capitale in queste fastidiose rotture che corrispondono ai giudizi sportivi: nel penale rinvio dell’udienza preliminare alla prossima estate, giustizia sportiva immobile, media silenti. Intanto, i giallorossi premiano come loro Cavaliere uno stimato avvocato e illustre tifoso reduce da ben 27 anni in Procura federale: chissà se anche la Juventus ha qualcuno che lavora da quelle parti da premiare per la passione incondizionata verso i bianconeri. Probabilmente per non fare litigare i cugini, destino analogo per la Lazio: tutto fermo, rimpallo tra tribunali, Chiné non colpito dalla vicenda. E così via, dopo il disinteresse per le operazioni del passato di chi aveva in dirigenza un vero e proprio “mago delle plusvalenze”, almeno a leggere certi organi di stampa poi improvvisamente diventati implacabili fustigatori di quelle pratiche poco eleganti.
Così va il calcio dopo il 2020, con i tifosi juventini, abituati troppo bene, che capiscono solo ora cosa hanno vissuto fino a qualche anno fa. E i rivali, devastati da quei nove scudetti di fila, che ancora non riescono a credere che l’incubo sia finalmente finito e ora si godono la loro rivincita, giorno dopo giorno, dentro e fuori dal campo.
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